Due giocatori sostanzialmente diversi, ma accomunati dalla spinta del talento, Alexis Sanchez e Jeremy Menez. Il cileno ha fatto e continua a fare la fortuna dell’Udinese, il francese per un periodo ha trascinato la Roma, poi si è perso dopo le dimissioni di Claudio Ranieri, che era stato in grado di farlo esplodere. Due storie diverse: Menez, francese classe 1987, ha esordito giovanissimo in Ligue 1 con il Sochaux e si è poi trasferito al Monaco. Di lui si parlava già nel 2004, quando coi coetanei Benzema, Ben Harfa e Nasri forma un attacco stellare nelle nazionali giovanili francesi. La Roma decide di scommettere su di lui, ma in Italia impiega molto tempo a farsi notare: la prima, grande prestazione arriva nella trasferta di Chievo decisa da un suo gol, poi alterna alti e bassi senza mai convincere del tutto. Dopo le dimissioni di Spalletti e l’arrivo di Ranieri, Menez si trova in un primo momento in conflitto col tecnico di San Saba, ma dopo lunghi e faticosi chiarimenti i due si trovano in sintonia e Menez esplode definitivamente. Dal momento delle dimissioni di Ranieri, del vero Jeremy non si è più visto nulla: il rapporto con Montella è difficile e le prestazioni ne risentono. Menez ha bisogno di sentirsi un giocatore fondamentale per questa Roma, e forse è questo il motivo delle prestazioni non da lui. Montella però è l’allenatore e le sue scelte vanno rispettate; soprattutto, non è possibile giocare a seconda del proprio stato d’animo o del rapporto col tecnico, la maturità passa anche da questi aspetti e non solo da quelli prettamente tecnici. La duttilità dev’essere un’arma vincente, non un alibi per i capricci: Menez può giocare sia come trequartista, sia come esterno, e deve fare ciò che gli viene chiesto dall’allenatore.
Chi invece non ha mai mancato di continuità è stato Alexis Sanchez: la sua storia è diversa da quella di Menez, l’Udinese ha saputo aspettarlo e a lungo termine ne ha raccolto gli abbondanti frutti. Esploso nel campionato cileno ad appena 17 anni, il ragazzo è stato scoperto e subito bloccato dal club friulano, che ha però deciso di lasciarlo maturare in patria per un anno, e in Sudamerica (Argentina e River Plate, per l’esattezza, di certo non una squadretta) per la stagione successiva. Nel 2008, però, per la seconda punta classe 1989 arriva il momento di esordire in serie A: nell’Udinese si fa notare come un giovane interessante, ma la cosa più straordinaria è il graduale miglioramento, tecnico e nel rendimento. In questa stagione arriva anche la definitiva consacrazione, in cui diventa anche e soprattutto uomo-gol oltre a partner ideale del capocannoniere Di Natale.
I numeri, e i fatti, finora parlano chiaro: più Alexis Sanchez che Jeremy Menez. Inoltre, il cileno ha anche due anni in meno del francese. C’è però da dire che Menez, anche nei momenti meno brillanti della sua carriera in giallorosso, si è sempre esaltato proprio contro l’Udinese. Quella di sabato, quindi, è l’occasione giusta per rimettersi in gioco nella sfida dei giovani talenti del nostro campionato e per guadagnare punti agli occhi di Vincenzo Montella, di certo poco felice delle sue dichiarazioni quanto delle sue prestazioni.