“Sotto ar sole der cuppolone na bella maja a du colori je trovò”. Noi tutti, su quegli spalti freddi ma caldi dell’amore del nostro tifo, gioiamo per la nostra maglia che va a segno. La nostra maglia, appunto. Lei che per noi vale più di ogni cosa, più di tutti gli stipendi dei calciatori, più delle restrizioni inutili e incoerenti di chi comanda e più di ogni esultanza fatta senza ragionare. L’anno scorso Bojan quest’anno Destro. “Li du colori de Roma nostra” scaricati a terra come se per voi, quella maglia, sia davvero solo un indumento. Non pretendiamo che capiate il valore della casacca giallo ocra e rosso pompeiano, di una tradizione dal sapore dolce ed antico e di un amore, che per quella maglia, ci ha portato in giro per il mondo con il cuore pieno di gioia. Pretendiamo che sia rispettata, pretendiamo che venga onorata, pretendiamo che i tanti milioni che guadagnate per indossarla, almeno siano ricambiati in sudore. Un giorno ho avuto la fortuna di incontrare Giacomo Losi, un uomo che per quella maglia ha dato davvero tutto ciò che poteva. ” Quando giocavo, ce la mettevo tutta solo per quella gente che veniva a vederci e che soffriva insieme a noi”, riferendomi questa frase, colmò il mio giovane cuore di gioia e di nostalgia per un calcio mai vissuto e ormai lontano. Chi ama questa maglia, non la getta a terra per nessun motivo al mondo. Chi ama questa maglia, combatte e vince per aggiungere altre gloriose pagine alla storia Romanista.