E’ tempo di conferenza stampa per Aurelio Andreazzoli, in vista della partita di domani contro la Samp. Il DG Franco Baldini apre la conferenza con un ringraziamento all’ex tecnico giallorosso Zeman.
RomaGiallorossa.it segue la conferenza stampa
Il Dg Baldini prende la parola e presenta Aurelio Andreazzoli:
“Buongiorno e grazie per essere qui. Oggi siamo a presentarmi ufficialmente mister Andreazzoli come allenatore della Roma che domani sera siederà in panchina come allenatore capo. La mia presenza qui, oltre a introdurre Andreazzoli e il suo staff, Scala, Beccaccioli, Nanni, Zago e Muzzi, è innanzitutto è perchè rincorre l’obbligo di ringraziare mister Zeman per il lavoro e la dedizione che ci ha dato in questi mesi, quando le cose non vanno in modo sperato le responsabilità sono di tutti e da dividere, qualsiasi sia la percentuale che volete attribuire alle componente della società, ammesso e concesso che siano rivolte verso i dirigenti, il senso di questa scelta è di poter fare qualcosa per poter avere una speranza di una dignità diversa di qui a fine campionato. Non si vuole responsabilizzare nessuno né dare le colpe a nessuno ma trovare una soluzione, l’abbiamo trovata in Andreazzoli, che è stato scelto un anno fa e abbiamo trovato una persona che è una risorsa per la società e l’anno scorso gli abbiamo proposto un contratto di 5 anni, pensando che lui potesse essere la memoria della Roma, Spalletti, Montella, Ranieri, Luis Enrique e Zeman, conservando ogni cosa che ciascuno di loro ha portato. La scelta di Andreazzoli è stata la conseguenza logica di questa esperienza che ha maturato, lui gode della nostra stima per poterci tranquillamente affidarci a lui. al di là di questo siamo molto fiduciosi che Aurelio non rappresenti solo una soluzione temporanea, con la speranza che diventi definitiva.”
Ecco la Conferenza Stampa
Che tipo di lavoro è stato fatto? C’è stata emozione?
“Senz’altro emozione, stiamo facendo una cosa grande, mi è stata affidata una cosa grande. Non ho tempo per lasciarmi andare all’emozione, la scelta è stata su obiettivi e comportamenti. Siamo ripartiti con un cumulo di lavoro enorme che ancora non si vede ma è lì. Sappiamo dove dover arrivare, come farlo, un lavoro così grande da solo non sarei mai stato in grado di farlo. Da Domenica scorsa abbiamo posto le basi per poi fruire del lavoro già nel breve tempo, perché tempo non ce n’è. Siamo fiduciosi, c’è un vagone pieno, sono chiamato a fare un lavoro per la società, per eliminare ciò che può essere un problema nel futuro.”
Dove può migliorare la squadra? Il terzo posto?
“La classifica non la guarderei. Obiettivi primari ce ne sono tanti, abbiamo provato di stringere e dare priorità a ciò che può darci risultati. La squadra deve ritrovare la fiducia e riscoprire sentimenti sopiti nel tempo, anche se io in 8 anni ho visto questa flessione ma li ho visti decollare e cadere. Conosco gli obiettivi per cui ci hanno fatto ricadere, vogliamo lavorare proprio sulla voglia di vincere: non da slogan. Se io metto un cartello con degli slogan, non otterrò mai nulla. devo ricreare un humus generale che ci porti all’ambizione. Nel mio gruppo di lavoro ho preso chi era nell’ombra, ma che ha qualità per far bene. Con l’energia di tutti deve rinascere quel sentimento sopito ed indeciso. Quando parlo di dolore della sconfitta è importante, se uno non riesce a soffrire come fanno i tifosi e gli amanti, non possiamo mai arrivare, come a volte dico, a dama. Dobbiamo convincere tutti che la squadra è quella giusta. Con questa forza, utilizzando l’energia anche esterna, senza la quale non esistiamo, possiamo fare grandi cose. Ho la fortuna di allenare una squadra di bravi ragazzi, devo frenare l’istinto dell’abbraccio perché devo trasmettere loro solo energia. E’ necessario renderci conto che i principali protagonisti del giochino sono i calciatori, che non vanno offesi, osteggiati; chiaramente devono dare risposta sul campo, poi potremmo dare giudizi. Sappiate che l’energia va convogliata verso di loro, tutti noi,, tutti quelli che si muovono dentro questo ambito, siamo qui per la squadra, non possiamo osteggiarla, altrimenti non c’è spazio per noi, non ci dà soddisfazioni. Se voi tendete verso di noi i risultati verranno di conseguenza, noi abbiamo una squadra forte, anzi, due squadre forti. La seconda squadra è dello stesso valore della prima. Voglio rispetto per la squadra, se ognuno di noi può dare un contributo a spingere il carro sul binario giusto, basta una piccola spinta e il carro andrà da solo.”
I moduli non contano conta il sentimento. Quanto cambierà la Roma domani rispetto al passato?
“Io sceglierò 11 calciatori e cercherò di metterli in campo cercando di sfruttare le loro caratteristiche migliori sfruttando le loro potenzialità. Considerando che ho bisogno di forza, di resistenza, di qualità tattiche e tecniche, poi scelgo 11 e gli dico giocatemi la partita, non è un problema di numeri, o di collocazioni, a volte si parla di 5-3-2 etc ma poi sono le loro caratteristiche che determinano quello che verrà fuori.”
Cercherà di essere elastico con i moduli?
“Sono tanti anni che faccio questo mestiere, l’ho fatto per tanti anni il primo allenatore. Non è come hanno scritto che sono 17 anni che faccio il secondo, non so da dove sia uscito. Ho fatto da primo per 20 anni e poi ho fatto per 10 anni da secondo in Serie A, quindi ora torno a fare il primo. Credo che sia una conseguenza logica il fatto di venire fuori e che i calciatori trovino un sistema da soli, che lo suggeriscano, credo che per certi versi sia un ingabbiamento, sia per i calciatori che per gli allenatori, sarei condizionato, nessun allenatore vuol togliere niente alla squadra. Mi metto a disposizione dei ragazzi e del momento, i calciatori vanno messi nella condizione di esprimere il meglio che hanno, ecco perchè dicevo che non sempre è incidente così come si pensa il ruolo dell’allenatore.”
Sente l’eredità di Zeman?
“No, non sento l’eredità di Zeman, sfrutto quello che lui ci ha lasciato, quanto lo vedremo. Ci ha lasciato un patrimonio enorme.“.
Ci ha detto che la squadra è molto forte e ha detto che basta una piccola spinta affinchè questo carro vada da solo. Cosa è successo allora finora, come mai il carro non è partito? Lei ha tolto le doppie sedute, era questo che non faceva andare avanti questi ragazzi giovani che guadagnano milioni all’anno?
“Devo dirti di sì? ti sei risposto da solo, se vuoi che ti risponda così lo sai che non posso, è implicito che io sia di opinione contraria. il mio pensiero è contrario alla tua affermazione. Io mi gioco una chance, il sogno della mia vita era allenare la Roma, ora ho avuto la fortuna che questa società io che faccio, per andare incontro ai giocatori alleno alle 11 e tolgo le sedute doppie. Spalletti faceva le sedute doppie? Viziava i calciatori? No, tutto il contrario, era un sergente. Voglio che si capisca. Perchè prima chiedevo quella spintina, basta lo 0,2% di aiuto di ognuno, se vogliamo dare una spintina non la diamo, il mio rapporto con voi inizia oggi, devo essere giudicato per il lavoro che faccio da sabato scorso. io dormo 3 ore a notte questa settimana e poi devo sentire che qualcosa scricchiola. non mi è piaciuto il fatto di quanto guadagnano, è la solita nenia che guadagnano tanto, se guadagnano tanto è perchè sono bravi, io non li ho mai guadagnati così tanti soldi per il calcio perchè sono scarso. cosi come per voi, se siete bravi andrete in una testata più importante. io non permetto a nessuno di infastidirmi sulla squadra perchè a persone serie, volenterose, disponibili al 100%, non andate contro la squadra perchè avrete un nemico certo. datemi questa opportunità, altrimenti non posso sostenerla questa cosa.”
Dopo anni nelle retrovie, se a fine stagione la società gli cheidesse di tornare al suo vecchio ruolo lo accetterebbe o farebbe fatica?
“No, perchè io sto lavorando per la società. A mio figlio ho detto: ‘ Andrei a fare questo lavoro anche se mi dimezzassero lo stipendio’. La classifica è l’unica cosa che non riesco a controllare. Quando la società mi dirà quali sono le sue prospettive io ne prenderò atto e insieme a loro continueremo un lavoro che sarà nella direzione che la società vorrà dare. Se sono un uomo di società, sono un uomo di società. E’ chiaro ed è normale che sono un uomo della società e lavoro per la società, altrimenti mi metto a fare quello che facevo, ho un ruolo, molto volentieri continuerò a farlo.”
Con Zeman si è discusso molto il rapporto tra lui e De Rossi, lei ha parlato con il giocatore, che ruolo intende dargli?
“Il ruolo che il popolo romano gli ha sempre assegnato e che la società gli ha assegnato. Lui è un uomo guida e giocherà tutte le partite se lo meriterà.”
Lei ha detto che Zeman ha lasciato un’ottima eredità. Non si sente l’anti-Zeman?
“No, allora vi sentite anche voi l’anti-Zeman, il pubblico di Roma dice le stesse cose. La squadra esprime quello, la classifica è quella, è normale, io prendo atto di una situazione e la squadra è questa in questo momento, bisogna rimediare e dobbiamo riportarla là dove le compete.”
Prima ha detto che si è trovato con due squadre forti, il valore della rosa è importante, pensa che i giocatori ne siano consapevoli o pensa che difettino di autostima?
“E’ uno dei problemi.”
Un altro problema era la situazione dei portieri
“Stekelenburg come De Rossi gioca tutte le partite se gioca bene, altrimenti gioca un altro.”
Pjanic ha parlato di un problema di equilibrio con Zeman, come pensa di riportare l’equilibrio?
“E’ una settimana particolare, il mio amico DElio rossi ora è un po’ spiazzato, poi a lui servono 10 minuti per sistemare le cose, ma non voglio concedere dei vantaggi, se siete al buio voi lo è anche lui, quindi non voglio parlare di qeusto aspetto qui. Ieri con la squadra ne abbiamo parlato. Per quanto riguarda Pjanic, credo sia universalmente riconosciuto che è un talento, ha qualcosa di più, non a casao ha l’interesse di molte società importanti e anche come collocazione diventa facile. ogni giocatore ha un ruolo e dei compiti da assolvere e che riesce ad assolvere meglio.”
Lei ha parlato di poche regole ma ferree, quali sono?
“Non te le elenco perchè è roba da spogliatoio e le tengo per noi. La prima in assoluto è la regola del buon senso, perchè se tutti sappiamo cosa dobbiamo fare. Uno capisce se è educato e la regola se la fa da solo. Non voglio fare 20 regole che poi non riesco a controllare ma ci sono delle situazioni che sono insindacabili, indiscutibili e noi queste le diciamo, gli orari ad esempio, la confusione, l’educazione, questi sono i capitoli generali, le regole sulle quali non si transige per nessuno, piccoli, grandi, esperti e non, per nessuno. Sfatiamo questo luogo comune, Aurelio amico dei giocatori, venite nello spogliatoio e fatevelo dire, o telefonate a mia moglie e ai miei figli e vi fate dire se le regole sono regole e le faccio rispettare. Io ho due icone nello spogliatoio che sono Totti e De Rossi, per romanità, Capitano e Capitan Futuro, loro due, sono quelli che devono rispettare le regole più degli altri, sono quelli che devono fare l’esempio, sono quelli che devono dare l’esempio e muovere le chiappe prima di tutti. Li voglio innalzare perchè noi abbiamo bisogno di questo, la gente vuole questo, se io innalzo il valore di Totti e De Rossi e li metto lassù, quelli che sono sotto salgono, se abbasso loro gli altri restano sotto, compressi. a loro do questi privilegi ma nessun privilegio per i comportamenti, loro lo sanno. Ve lo dico perchè a loro l’ho già detto a tutti.”
Baldini ha detto che lei è la sintesi di quello che c’è stato negli ultimi anni di Roma…
“Con Ranieri no, non sono rimasto.”
Di ognuno di questi allenatori cosa porta dentro?
“Non ce n’è uno che non mi ha lasciato qualcosa, c’è chi me ne ha lasciate di più e chi di meno e mi hanno lasciato anche un’altra componente che non mi chiedete, sono anche le cose sbagliate che uno vede ed esclude dal proprio bagaglio. avere 60 è sempre unos vantaggio ma c’è anche uno svantaggio, non ho un modello di calcio da seguire, conosco il calcio e so benissimo cosa devo fare e so come arrivarci in fretta. ho già scremato tutto. ci sono cose più utili e cose che ti fanno arrivare al risultato. la parte incontrollabile nel gioco del calcio è il risultato. se è vero che dicono che siamo una delle squadre più forti e se riusciremo a produrre, noi otteniamo anche risultati.”
Una riflessione sul mondo dello sport per quanto accaduto a Cipollini…
“L’ho saputo di rimbalzo, ho visto la foto in una prima pagina e l’ho saputo appena prima di venire qui, non conosco le novità e mi trovo spiazzato. Per il discorso generale io credo che se abbiamo un nemico noi dello sport è proprio il dopiong perchè è tradire le aspettativce di un mondo che sogna, verso il calcio, il ciclismo. Lo sport crea dei sogni e tradirli, penso ai bambini, mio figlio impazziva per il ciclismo gli piaceva da morire, quando è stata la storia di Pantani che era il suo idolo, non ha più guardato una tappa, è triste far perdere la possibilità di sognare, in particolare ai ragazzini. Ma non sono solo loro a sognare, allo stadio vanno grandi e piccoli e togliere un sogno è una cosa gravissima.“