Consueta conferenza alla vigilia del Campionato. Mister Luciano Spalletti presenta nella sala stampa di Trigoria la sfida di domani allo Stadio Olimpico, ore 20.45, contro il Frosinone. Queste le parole del tecnico della Roma:
In settimana si è parlato dell’utilizzo di El Shaarawy come esterno sinistro, come sta e se può giocare?
“Bisognerà capire quanti minuti ha nelle gambe, se potrà farlo dall’inizio o più probabilmente a gara in corsa. Ha delle grandi qualità, potrà aiutarci molto perché ha gamba e senso del gol. Può coprire tutta la fascia, ruolo nel quale eravamo un po’ scoperti”.
Come stanno Iago Falque, Florenzi e Maicon?
“Quando sono arrivato Falque aveva un problema al ginocchio, che ha aggravato per farmi vedere le sue qualità. D’accordo con i medici ora svolge allenamenti differenziati ma sta meglio. Maicon va gestito in base al problema che ha, ma mi sembra abbia sane intenzioni, decideremo oggi. Florenzi non credo sarà della partita domani, la legnata che ha preso con la Juve, che è stata anche il motivo della sua protesta sulla sostituzione, l’ha sentita. L’ho rimproverato per questo, un grande calciatore non deve lasciarsi andare, anche se non avevo ben valutato la gravità dell’infortunio che per noi è un danno“.
In assenza di Maicon, il ruolo di esterno di centrocampo lo può fare Torosidis?
“Si, mi sembra la soluzione più naturale. Comunque c’è ancora da valutare Maicon“.
Che cosa ci dobbiamo aspettare in meglio rispetto alla partita contro il Verona?
“Io voglio aspettarmi qualcosa di meglio anche di quello che abbiamo visto contro la Juventus. Abbiamo fatto dei passi in avanti e dobbiamo concentrarci sui concetti di gioco. Dobbiamo avere ordine ed essere più sbarazzini per andare a far male agli avversari”.
Il momento di Salah?
“L’infortunio lo ha penalizzato, deve ricominciare a puntare l’uomo. Quella è la sua qualità. Lui è bravo nello stretto e con la palla tra i piedi. Portarlo troppo all’esterno potrebbe metterlo in difficoltà. La posizione in campo sta nell’interpretazione del giocatore che però deve essere in grado di riconoscere i concetti. Lui ancora non ha ritrovato lo spunto”.
Le hanno dato fastidio le parole di Zeman?
“La gestione di Totti è un’altra cosa. Io e Zeman siamo amici e lo ho sentito prima di arrivare a Roma. Rabbrividisco perché alcune cose me le poteva dire quando l’ho chiamato. La gestione di Totti è la gestione della Roma e io devo vincere a tutti i costi la prossima partita. E non sarà facile, i numeri sono un conto ma il momento della squadra non è al massimo. Deve essere come una finale e avere concentrazione e atteggiamenti giusti. Gioca chi mi dà più garanzia ed è più pronto. Questa è la partita più importante”.
Il cambio Gervinho con El Shaarawy? Zukanovic?
Facciamo chiarezza: Gervinho voleva andare via in tutte le maniere. El Shaarawy voleva venire in tutte le maniere: per me non c’è dubbio su chi serve alla Roma, serve El Shaarawy e non Gervinho. Voleva andare via in tutti i modi, andava via lo stesso, non si allena, crea problemi. Gervinho va a guadagnare tre volte di quanta guadagnava, gliel’ho detto pure. Zukanovic è un giocatore che è già due anni che gioca in Italia, che viene a giocare in un reparto in cui per fare risultati subito abbiamo bisogno per completamento; il direttore è stato bravo a inserirsi, perchè il mercato è così, bisogna saper montare sopra al momento che passa, se no rimani a piedi. È un giocatore che ho avallato perchè lo conosco, ho parlato con quelli che lo conoscono e ho avuto garanzie. Se si parla di un mercato fatto a bocce ferme dove andiamo a fare una squadra che deve lottare per vincere titoli importanti è un altro tipo di ragionamento. Il giocatore è di carattere, è forte fisicamente, ha una bella presa di posizione, fortissimo di testa, buon piede, sa iniziare l’azione. Ha la difficoltà di non essere velocissimo, ma si posiziona sempre bene sulle interpretazioni da avere per il difensore: esco, aspetto e scappo. Sa fare il suo mestiere. Perotti è una cosa che continuiamo a guardare, soprattutto il direttore, sta lì come me: lui ha dormito in ufficio tutte le notti, io a letto perché ho la camera, e si dorme anche bene. Stiamo guardando se riusciamo a trovare un giocatore che ci dia una mano sulla qualità dell’uno contro uno che è la cosa fondamentale, a volte si cercano mille soluzioni, ma quando hai un calciatore che ti guarda in faccia e ti va sopra il problema non sussiste più, perchè c’è già la superiorità che trovi attraverso il gioco perchè è una scorciatoia la superiorità.
E’ soddisfatto del lavoro dello staff dei preparatori?
“Mi hanno dato dei programmi che vanno abbinati al lavoro sul campo. Ho trovato due persone molto aperte a parlare e quindi gli dico anche cose che penso sia giusto fare. Si fa un lavoro che a me piaccia e che possa essere di completamento per il nostro gioco”.
Che ambiente a trovato a Roma? E’ difficile tenere le redini?
“Qui non esistono i dogmi, bisogna gestire le situazioni. Bisogna scansare i treni che arrivano dritti addosso. Sono tornato a Roma perché è un ambiente bellissimo con tutte le difficoltà del caso. Non voglio fare confronti con Zeman, quando allenerà la Roma farà vedere che sa gestire le situazioni. Noi siamo pronti a prendere punti e i punti si prendono durante la settimana non la domenica”.
Vede qualche giocatore più libero di esprimersi lontano dall’Olimpico?
“E’ quello che ruota attorno a questa grande passione che crea difficoltà. Dovremmo azzerare tutto e tirare le somme a fine anno, ma a fino a fine anno dobbiamo essere tutti insieme. Giocare in uno stadio come quello della Juve è difficile, quando la Roma avrà il suo stadio vedrete che sarà difficile per tutti giocarci”.
Doumbia?
“Lo conosco, è un giocatore che in Russia mi ha creato problemi. Fa gol ed è veloce. Ha qualche problema a giocare con la squadra e mi è sembrato che il suo discorso si sia già affrontato. Non facciamo casino in un momento in cui dobbiamo essere precisi. In questo caso meglio non farlo. Il centravanti ce lo abbiamo, è Dzeko: un giocatore che ha delle qualità. Si deve sbloccare attraverso i movimenti giusti e la fiducia”.
I giocatori sono spaventati nel giocare la palla? Come si supera?
“E’ una osservazione pratica e corretta. Bisogna azzardare di più. Se analizziamo la partita con la Juve, loro hanno portato indietro pochissimi palloni. Noi dobbiamo giocare con loro a viso aperto e questa dinamica andrà cambiata. Attualmente siamo al di sotto delle nostre qualità e i giocatori lo sanno. C’è da mettere sul piatto molto di più individualmente”.