Abete: “Giallorossi favoriti”. Poi ci ripensa: “Non è vero”

Abete: “Giallorossi favoriti”. Poi ci ripensa: “Non è vero”

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IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) – Roma favorita, dicono i tifosi (e i dirigenti e i giocatori) della Lazio. Poi Roma favorita lo dice anche il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, e la cosa sorprende. E neppure poco. «Roma favorita? È una valutazione che si può fare: c’è sbilanciamento, ma è un dato positivo che dimostra come non esista la logica della compensazione», il virgolettato di Abete, riportato dall’Ansa, che ha fatto sobbalzare dirigenti sia a Formello che a Trigoria. E dato che le sue parole non erano state mal interpretate o mal riportate, lo stesso presidente della Federcalcio un paio di ore dopo quella clamorosa dichiarazione ha voluto correggere il tiro, salvandosi (salvandosi?) in calcio d’angolo. «Il problema di eventuali discutibili decisioni arbitrali non è una cosa che può riguardare solo Roma e Lazio ma tutte e venti le società di campionato. Non è una questione di eventuale sbilanciamento a favore di un club anziché un altro: a fine stagione ci possono essere società che hanno subìto due errori arbitrali e magari altre che se ne sono avvantaggiate. Questa è una cosa fisiologica. Piuttosto, la cosa grave sarebbe invocare o applicare una sorta di legge della compensazione così come sarebbe grave parlare di un problema che coinvolge solo il confronto fra Roma e Lazio e un eventuale sbilanciamento a favore di una piuttosto che dell’altra».
Prima dell’aggiunta/correzione, Abete era stato piuttosto severo nei confronti di Claudio Lotito, presidente della Lazio. «Lotito non è fuori dal sistema, visto che è consigliere federale ed è dentro la Lega. Il problema non è essere dentro o fuori, ma fare discussioni con contenuti senza alimentare la cultura del sospetto. Gli errori ci sono e ne siamo consapevoli. Le sue valutazioni e critiche sull’arbitraggio rientrano nel legittimo diritto di un club, ma è necessario che siano fatte con toni e modalità rispettose e comprensibili. Bisogna essere trasparenti, senza fare confusione». E sulla convocazione di Palazzi. «Lotito potrà ora chiarire se ci sono situazioni di cui è a conoscenza o se si tratta solo di amarezza per arbitraggi non confacenti. Se ci sono eventi precisi, fatti concreti, di nomi e cognomi allora vanno denunciati perché all’interno del mondo del calcio, ripeto, non si può alimentare una cultura del sospetto. Nella sua piena autonomia, Palazzi vorrà ascoltare Lotito per farsi un’idea chiara rispetto a quanto è apparso nelle interviste. Da parte sua, il presidente della Lazio potrà spiegare le sue preoccupazioni, o raccontare fatti e eventi di cui è a conoscenza».

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