FOCUS CGR – Se ne va un pezzo di storia dell’As Roma, un pezzo dell’anima giallorossa. All’età di 87 anni si è spento questa notte il mitico Giorgio Rossi, massaggiatore del club capitolino dal 1957 al 2012. Una figura onnipresente, che ha attraversato 55 anni di storia della Roma, vivendo da vicino le gioie e i dolori del club, i successi, le sconfitte, ma soprattutto decine, centinaia, migliaia di storie umane. Ex vigile del fuoco, incontrò all’ospedale San Giovanni nel 1957 un altro storico collaboratore giallorosso Roberto Minaccioni, che gli chiese la cortesia di sostituirlo in un torneo a Sanremo. Giorgio raggiunse la squadra allo stadio Tre Fontane dove gli consegnarono come prima cosa invece della cassetta con i medicinali, una borsa con martello, tenaglie, pompa per gonfiare il pallone e il famoso tiralacci, per i palloni che avevano ancora i lacci. Così iniziò la sua carriera al servizio della Roma. Da quel gruppo uscirono Orlandi, Compagno, Scaratti. Due romani e uno di Torrimpietra. Poi Guarnacci, Amadeo Amadei, Giacomo Losi e via via tutti gli altri. Ha assistito migliaia di calciatori, trovando innumerevoli soluzioni ad altrettanti problemi che si presentavano nella quotidianità.
“Se ne va un pezzo di storia della Roma – afferma Giuseppe Giannini ai nostri microfoni – è salito in cielo un grande uomo, sempre disponibile ed affidabile. Lo ringrazio per tutto quello che ha fatto per me” – “Una notizia che mi ha distrutto – afferma Fabio Petruzzi – una persona meravigliosa, che per me ha rappresentato sempre un simbolo della Roma. Mi ha aiutato tantissimo nella mia crescita, dalle mie prime apparizioni in giallorosso e successivamente quando ho avuto anche dei brutti infortuni. Una persona splendida, sempre pronta a sostenerti anche con una semplice battuta per tirarti su il morale”.
LA STORIA E I TITOLI DELLA ROMA – Giorgio Rossi è stato indubbiamente il ‘tesserato‘ più vincente della storia romanista: 2 Scudetti (82-83 e 2000-2001), la Coppa delle Fiere nel 60-61′, 9 Coppe Italia e 2 Supercoppe Italiana. Una militanza infinita, che ha visto Giorgio Rossi conoscere e lavorare alle dipendenze dei più grandi allenatori della Roma: da Helenio Herrera, a Nils Liedholm, da Eriksson a Capello, fino all’epoca più recente con Spalletti, Zeman e Claudio Ranieri. “Due ricordi rimangono amari, però: la finale di Coppa dei Campioni e Roma-Lecce (20 aprile 1986, Roma 2-3 Lecce. N.d.r), sono due partite che mi sono rimaste nel cuore” aveva dichiarato di recente Giorgio Rossi. “La cosa che mi porterò sempre con me, però, è l’affetto di tutti i giocatori, perché io ne ho dato a loro. E’ stato uno scambio reciproco. Anche nelle piccole cose, magari si scordavano lo spazzolino ed il dentifricio ed io ce li avevo sempre a portata di mano. Giocavo d’anticipo. I ricordi sono tanti.” Immancabile il riferimento anche alle presidenze: Marchini, Marini Dettina, Anzalone, poi l’epopea Viola, Franco Sensi e l’ultimo Scudetto, fino al passaggio societario al gruppo americano guidato da James Pallotta.
“Era una persona seria, che sapeva fare bene il suo lavoro, era un compagnone, perchè era un tipo spiritoso, scherzoso, con Giorgio si giocava a carte, era un mondo completamente diverso – ricorda Ciccio Graziani alla nostra redazione – Quando avevi bisogno di qualsiasi cosa si faceva in quattro, anche per la famiglia, lavorava al Sant’Eugenio, bastava chiamarlo e allertava i medici per i figli, i nipoti, i genitori. Il massaggiatore nella squadra di calcio è una figura bella, che ti porta serenità e allegria. A volte facevamo la coda a fare il defaticante da lui, mai una volta che si fosse lamentato, piuttosto faceva buio ma non lasciava nessuno prima di andare via dal centro sportivo. Se ne va un pezzo di storia vera della Roma, c’è tanta tristezza, perchè ho condiviso con lui momenti straordinari”
Marco Amelia, ex terzo portiere giallorosso nell’anno dell’ultimo Scudetto, cresciuto nel settore giovanile giallorosso lo ricorda così: “Una squadra non è fatta soltanto dai calciatori e dall’allenatore. Dietro le quinte ci sono il lavoro, i sacrifici, la professionalità e la dedizione di tante persone che mettono, chi scende in campo, nelle migliori condizioni di fare il proprio mestiere. Uno di questi era Giorgio Rossi, storico massaggiatore della Roma, con cui ho condiviso tre stagioni in prima squadra e la gioia del terzo scudetto giallorosso nel 2001. Ciao Giorgio, campione d’Italia e grande romanista!”
Giorgio ha vissuto da vicino ovviamene le vicende umane e la crescita calcistica di alcuni simboli romanisti: da Agostino Di Bartolomei (“l’unico che piegava i calzini a fine gara, il capitano”) – a Francesco Totti (“il più grande di tutti anche se per me è quel ragazzino timido e rispettoso che ho conosciuto quando era 1 metro e mezzo“) – passando per Bruno Conti: (“Un pezzo di cuore”) e Paulo Roberto Falcao, su cui l’ex massaggiatore giallorosso recentemente affermò: “Fu la mossa geniale della storia della Roma, ci faceva camminare tutti perché lui stava sempre al posto giusto. Falcao è Falcao, non è in discussione”.
“Mi dispiace tantissimo! Giorgio era un grande uomo, buono, che ha dedicato la sua vita alla Roma” ha affermato Gaetano D’Agostino ai nostri microfoni. Questo invece il pensiero di Jimmy Maini: “Persona eccezionale Giorgio, oltre che sul lato professionale, era un uomo di immensa disponibilità e bontà. Un pezzo della Roma di una volta che se ne va…”
Ciao Giorgio, riposa in pace…
Il ricordo di Giorgio Rossi nelle foto di Roberto Tedeschi
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