Adesso tutti zitti, ci pensa Totti

Adesso tutti zitti, ci pensa Totti

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AS Roma's Francesco Totti celebrates their win against Juventus at the end of their Italian Serie A soccer match at the Olympic stadium in TurinIL ROMANISTA DI. GIANNINI – Zitti tutti, adesso parla lui. Parla Francesco Totti e lo farà, come sempre, sul campo. A suon di giocate, di numeri, di assist e di gol. Dopo settimane di polemiche, di parole e pochissimi punti, arriva la Juve e il capitano è pronto a caricarsi ancora una volta sulle spalle la squadra e spingerla verso una vittoria scaccia crisi, scaccia nubi, scaccia tutto. Una vittoria che manca da troppo tempo, e non solo in questo orribile 2013 ancora senza la gioia dei tre punti in campionato. No, è decisamente troppo anche il tempo trascorso dall’ultima volta in cui i bianconeri sono stati piegati all’Olimpico. Sembra una vita fa. Per alcune delle nuove leve romaniste è veramente una vita. Sono passati nove anni, era proprio di questi tempi.

ra febbraio. L’8, per l’esattezza. Sulla panchina c’era ancora Fabio Capello, in campo, tra gli altri, pure Samuel, Emerson e Cassano. Ma in mezzo a tento passato c’era anche il nostro presente e il futuro: Francesco Totti. Una prestazione monumentale, un gol su rigore a prendere l’angolino per non farci arrivare Buffon mentre Cassano dava le spalle alla porta per quanto era importante. Francesco invece guardò bene in faccia tutti, compreso Tudor: “4 zitti e a casa”. Quattro a zero alla Juve di Lippi, roba da raccontare ai figli, una giornata storica.

Quasi come quel 23 dicembre del 1995 quando la Roma di Mazzone andò a vincere lì, a Torino, 2-0 con l’autogol di Ferrara che era stato preceduto dalla rete di Balbo. E alla fine per Abel ci fu l’uscita tra gli applausi per far assaporare quella vittoria a un ragazzino che era già più di una splendida promessa, tale Francesco Totti. Un minuto in campo per la sua prima vittoria contro la Juve. Non l’ultima in assoluto e nemmeno l’ultima a casa loro. Anzi, il capitano si è divertito spesso a fargli lo sgambetto a Torino.

Come quella volta con lo scudetto sul petto quando furono decisivi i gol di Batistuta e Assuncao. Oppure, ed è storia decisamente più recente, come poco più di tre anni fa. In piena rimonta sull’Inter dopo l’avvento di Ranieri al posto di Spalletti. Il solito gol di Del Piero a far immaginare una notte amara e poi la Roma capace di risorgere, grazie proprio Francesco che mette palla sul dischetto, paura zero, a guardare negli occhi ancora una volta l’amico Buffon. Bum, palla dentro e poi e mostrare l’indice agli juventini che tanto per cambiare lo avevano preso di mira. Ci pensò poi il “gialloroscio” Riise a far impazzire tutti di gioia, ma l’immagine che resta è proprio quella del capitano: “zitti tutti”. Parlò lui.

E prenderà la parola anche sabato sera, per provare a far esplodere di nuovo l’Olimpico, a modo suo, a suon di gol. Sono 223 quelli in serie A (di cui sette alla Juve), se domenica a Marassi Osvaldo non avesse preso quel pallone per poi calciarlo scelleratamente tra le braccia di Romero, probabilmente sarebbero già 224, probabilmente la Roma non avrebbe perso quella partita e sarebbe già tornato qualche sorriso sul volto dei romanisti. Non è andata così, nelle casella delle vittorie del 2013 in campionato c’è ancora un orribile zero e c’è bisogno di cancellarlo proprio contro l’avversario di sempre, quello più difficile. Bisognerà farlo ritrovando la vera Roma, quella che si è smarrita. Bisognerà farlo in silenzio. Almeno fino a sabato sera. Poi zitti tutti. Parlerà lui

 

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