IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) – Un po’ di Roma in finale, si fa notare. Che bravo Sabatini a comprarli (ma li ha anche venduti…), si sottolinea anche. Se ne sono voluti andare da Roma, poi si precisa con affanno. Ma tutto questo alla fine conta poco, perché se è vero che alcuni ex della Roma, vedi Salah, Alisson, Lamela, Emerson e Ruediger hanno partecipato a una meravigliosa cavalcata verso la finale di Champions, è vero pure che, sparse per il mondo, ci sono pure mezze scarpe passate per la Roma e delle quali si sono perse le tracce. Non serve fare i nomi per semplice richiamo al pudore. Invece, testa alta per quei ragazzi che parlano italiano, tranne Salah che ha preferito raccontarsi in inglese, che ricordano la Roma e chi, come Alisson, chiamerà con un nome italiano, Matteo, il prossimo nascituro. Chi più chi meno, cinque protagonisti di due finali, ma soprattutto di un percorso, lungo ed entusiasmante, che ha portato quattro ex romanisti ad alzare Champions ed Europa League. Alisson ha messo mano sulla Coppa, nel vero senso della parola. Lui è la Coppa, mentre Karius, è stato la differenza in negativo un anno fa. Portiere più, portiere meno.
MOMO SPRINT – Salah è stato protagonista lo scorso anno fino alla finale col Real, poi è crollato, infortunato, e ha compromesso il mondiale. Concorrerà per il Pallone d’Oro, dall’alto delle sue 5 reti nell’ultima Champions e 22 in Premier. Numeri migliori la scorsa stagione: 32 gol in campionato e 10 in Coppa. Numeri impressionanti, che a Roma, seppur sempre ben in evidenza, non ha mai raggiunto: al massimo, di gol, ne ha segnati quindici. Di Lamela si sono ormai perse le tracce, da quando ha lasciato, in lacrime, la Roma, non ha mai trovato la continuità e mai messo in evidenza il suo talento, l’altra sera, ad esempio, era in panchina. Troppi infortuni, solo qualche lampo di classe in questi anni.
DOLOROSE – La sua cessione è stata metabolizzata presto, ma lui è rimasto legato alla capitale e tanti tifosi ancora gli vogliono bene. Così come a Ruediger, tosto difensore ammirato nell’era Spalletti. Capace di ricoprire quasi tutti i ruoli della difesa. Anche lui si è perso la finale di Baku, ma il Chelsea la sua Europa League l’ha vinta conquistando la finale e nelle partite precedenti Toni è sempre stato tra i migliori. Incredibile invece il percorso al Chelsea di Emerson Palmieri. Snobbato da Conte, ha conquistato giorno dopo giorno posizioni nel cuore di Sarri, che pian piano lo ha preferito a un certo Marcos Alonso che, come si dice in questi casi, magari avercelo. Emerson era un anonimo al Palermo e lo è stato per un po’ anche a Roma. Poi, Spalletti lo ha resuscitato, ci ha visto lungo. Questi cinque giallorossi, 4 di loro campioni d’Europa, sono costati alla Roma poco meno di 65 milioni, rivenduti a circa 210 (e dopo la finale di sabato entreranno 4,5 di bonus per le cessioni di Alisson e Salah). Tranne Lamela erano in campo nella Roma solo due anni fa, sembra un secolo.