LEGGO (F. BALZANI) – La Befana della Roma porta (quasi) sempre carbone. Lo ha dimostrato il tonfo col Torino di domenica che mette a rischio il quarto posto e certifica un dato: solo 3 le vittorie nelle 10 ultime riprese dopo le feste natalizie. Cabala a parte, il dato più preoccupante riguarda l’attacco fin qui autore di 33 gol. Pochi per un allenatore di vocazione offensiva. Nessuno ha segnato meno tra le prime sei della serie A. Più che un problema di gioco, però, c’è carenza di qualità. I dati, infatti, parlano chiaro. In campionato, la squadra di Fonseca ha totalizzato 213 tiri ma solo 116 in porta: in pratica servono sei conclusioni e mezzo per fare un gol. La Lazio segna una volta ogni 5,6, l’Atalanta ogni 5,5, l’Inter 5,2. Poca precisione quindi come accaduto col Torino quando da 31 conclusioni sono scaturiti 0 gol e 7 tiri in porta. L’emblema dell’apatia da gol è ovviamente Edin Dzeko, nel bene e nel male. Senza i gol del bosniaco sono arrivati sette pareggi, 4 sconfitte e 3 vittorie. Nelle 10 volte in cui ha segnato, invece, ecco otto vittorie e due pareggi. Il problema è che Dzeko, rispetto alla concorrenza, segna poco. Nell’ultimo anno e mezzo appena 16 gol in 51 gare di campionato. Una media da 0,3 a partita. Pochi anche se non va trascurato il lavoro fuori dall’area di Edin. Immobile ne ha segnati 34 in 53 partite, una media di 1,6 a match. Numeri simili per Cristiano Ronaldo (34 in 46 partite), Lukaku (24 in 49, considerata la Premier) e Zapata (29 in 44). Alla Roma manca un vero bomber d’area di rigore, ma di fatto manca anche una spalla. Appena 9 spalmati su Under, Perotti, Kluivert, Pastore, Mkhitaryan e Kalinic. I dubbi di Petrachi su una squadra difficilmente migliorabile hanno una risposta: alla Roma serve un rinforzo di peso lì davanti visto che nessuno ha raccolto l’eredità da 10-12 gol stagionali di El Shaarawy. Si allontana Petagna (“Resto alla Spal”) mentre Mariano Diaz ha lo scoglio ingaggio. Resta in ballo Politano e spunta Caputo.