CORRIERE DELLO SPORT – M. EVANGELISTI – Il cerchio si stringe. Il campo no. Sulla panchina giallorossa c’è posto per uno soltanto e oggi come oggi siamo arrivati a una bella volata a due. Massimiliano Allegri e Stefano Pioli si guardano e in casi simili può persino accadere che chi è in fuga venga raggiunto e superato da qualcun altro all’ultimo metro. (…)
CON ALLEGRI – Se potessero, lo avrebbero già preso. Non possono perché tutto è legato a un punto, a due, a una cascata di denaro, alla qualificazione del Milan alla Champions League. Massimiliano Allegri, l’uomo venuto da Livorno che nella sua ancora breve vita non si è fatto mancare niente, i gol in Serie A, un’accusa poi rimangiata di combine, una rapida ascesa fino al soglio del Milan, cadute ardite e risalite. Passato l’innamoramento internazionalista, alla Roma sanno di non poter sbagliare per la terza stagione consecutiva. Dunque nell’impossibilità di confermare Andreazzoli per scarso entusiasmo della piazza – in realtà i bookmaker danno ancora come ipotesi più probabile la permanenza dell’attuale tecnico – i manager nei quali gli americani nutrono piena fiducia si sono orientati con decisione verso un differente obiettivo italiano.
Allegri piace per vari motivi. Intanto è uno che dietro la smorfia ironica da cittadino del mare, abituato a orizzonti più vasti di quelli dei terricoli, ha la scorza del montanaro amico della pietra. Il turbinoso spogliatoio della Roma, denso di umori contrastanti e sovente irrespirabili, ha bisogno di qualcuno che ami ordine, disciplina e dedizione alla causa. (…)
CON PIOLI – L’integralismo ha fatto il suo tempo. Adesso alla Roma vogliono vedere qualche risultato, preso al volo come una liana mentre si cade nelle sabbie mobili, ottenuto all’ultimo istante, poco e maledetto, ma che sia un risultato e che arrivi subito. Andreazzoli ha aperto la strada con il machete. Adesso per quella pista dovrebbe passare qualcuno che individui prima la direzione giusta dall’odore della giungla e poi arrivi a destinazione, non importa se per vie traverse.
PROBLEMI E SOLUZIONI – Stefano Pioli è la flessiblità fatta persona. Questa è la sua qualità e se vogliamo anche il suo limite. Brav’uomo di correttezza straordinaria. Se vede qualcuno andare sopra le righe s’inquieta e Conte sa benissimo di che cosa parliamo. (…)
Oppure potrebbe essere la soluzione. Pioli non si è mai trascinato dietro convenzioni e visioni del mondo precostituite. Dove va, ricomincia. Per questo è difficile individuare in anticipo una traccia di quello che potrebbe fare alla Roma, con i giocatori che ci sono adesso o con quelli di cui si parla come probabili acquisti. Proprio questa sua adattabilità, però, è quello che affascina i dirigenti giallorossi, piuttosto stufi – mai quanto i tifosi – di promettenti balzi dalla pozza della mediocrità seguiti da inevitabili ricadute. Con Pioli, si argomenta, le soluzioni tattiche nel corso di partite difficili si troveranno. In effetti, quanto è mancato quest’anno alla squadra sono vie d’uscita alternative alle creazioni libere di Totti e Lamela. (…)
Questa è la filosofia dell’ex mediano che si è accomodato in difesa quando si è reso conto che non avrebbe fatto carriera nel ruolo preferito e nel frattempo ha imparato da Osvaldo Bagnoli l’arte di adattarsi. Se la vita ti preclude la strada maestra, impara ad andare per sentieri. E’ plausibile che Pioli alla Roma possa tornare alla mai dimenticata – lui non dimentica mai nulla e non butta via nulla – difesa a tre per allargare a quattro la linea mediana e buttare davanti un tridente che però abbia un solo vero vertice offensivo e consenta ai soliti Totti e Lamela di roteare in piena indipendenza.