GAZZETTA DELLO SPORT – F. DELLA VALLE – Tre anni fa, quando si sedette per la prima volta nella sala conferenze di Milanello, era in giacca e cravatta e il volto tradiva la tensione del debutto. Tre anni fa Massimiliano Allegri spiccicò poche parole, perché il protagonista del suo primo raduno fu Silvio Berlusconi, che per un’ora e mezzo dispensò battute e lezioni di calcio. Stavolta il presidente gli ha lasciato la scena. E’ arrivato in elicottero, ma è andato via prima che entrassero i giornalisti. Così tocca al tecnico rispondere alle domande sul suo rapporto con il proprietario del Milan e soprattutto raccontare quello che è successo in quei 15 giorni convulsi tra l’ultima di campionato e la cena della conferma di Arcore.
Non penso al rinnovo Allegri arriva in tenuta d’allenamento nera, sorridente e tiratissimo. Il fisico è lo stesso di tre estati fa, quando Berlusconi lo definì un modello. «Quanta gente — scherza prima che inizi la diretta tv —, c’è la presentazione del nuovo allenatore? ». Usa la stessa arma di Berlusconi, l’ironia, per prendersi la rivincita su chi l’aveva dato per spacciato. Così come il primo giorno era rimasto impassibile in mezzo alla tempesta di parole di Berlusconi, ha avuto la pazienza di resistere ai mal di pancia e alle frecciatine presidenziali dell’ultimo anno e adesso è ancora qui, pronto ad affrontare un altro anno anche senza garanzie per il futuro. «Il rinnovo per me non è una priorità, se lo fosse stato avrei preso altre strade».
Sicuro di restare La Roma gli offriva di firmare per tre anni, Allegri però è rimasto fedele a Galliani anche se sa che tra un anno di questi tempi potrebbe essere disoccupato. «Sono qui perché ho un contratto con il Milan e il Milan è sempre stata la mia priorità—spiega —, ho letto tante cose su di me, però sono rimasto sereno perché sono sempre stato convinto di rimanere qui. Poi è logico che dopo le tre buone stagioni qui diverse squadre si sono fatte avanti. Io però ho sempre detto che avevo un contratto con il Milan. Non ho mai fatto il mercato per la Roma. Mi hanno dato fastidio solo gli attacchi sul piano personale ». Riferimento ai giornalisti e non a Berlusconi, con il quale c’è «un’ottima sintonia, così come con la società. Sento il presidente settimanalmente, come è sempre stato. Qualche divergenza di vedute ci può stare tra dipendente e datore di lavoro. Ma questo non significa che ci siano dei problemi tra noi, a volte non mi trovo d’accordo neanche con l’amministratore delegato…».
Allegri scherza e Galliani gli regge il gioco: «Facciamo i conti dopo…», replica l’a.d. con il sorriso. Juve e nuovo modulo Galliani gli ha preservato il posto di lavoro e adesso s’aspetta un regalino, magari in campionato. «La Juve resta favorita, si è rinforzata con due ottimi giocatori. Dobbiamo migliorare per avvicinarci ancora di più ai bianconeri. Noi davanti abbiamo un ottimo potenziale. La squadra sa giocare in tutti i modi, con tre punte o con il trequartista, cercheremo di tornare a giocare con il 4312 come abbiamo già fatto l’anno scorso». E come piace anche a Berlusconi.