LA REPUBBLICA (M. PINCI) – Quando all’inizio di giugno l’Inter decise di assicurarsi Radja Nainggolan, dalla Roma si sentì chiedere una contropartita curiosa: Nicolò Zaniolo. Il primo era il calciatore feticcio che Spalletti (ri) voleva allenare ad ogni costo. L’altro, la contropartita utile a ridurre l’esborso necessario per assicurarselo. Ma sarà lui oggi, l’unico dei due a scendere in campo all’Olimpico.
Nell’ultimo mese qualcosa è cambiato, stravolgendo il rapporto di quell’affare: l’Inter versò alla Roma per il centrocampista belga-indonesiano 38 milioni chiedendone in cambio soltanto 4,5 per il cartellino del 19enne ( e altri 9,5 per quello di Santon). Dall’inizio di novembre, però, Nainggolan ha giocato fino a ieri appena 15’ più del neo romanista. Che oggi lo “supererà”, visto che la catena di infortuni costringerà Di Francesco a puntare nuovamente su di lui, già titolare martedì contro il Real. Quando, con l’assist sciupato poi da Ünder, avrebbe potuto cambiare la storia della partita. Chi l’avrebbe detto in estate, quando il nome di Zaniolo aveva il suono stridente dell’ennesimo giovane venduto dall’Inter a cifre esagerate, mentre a Roma si stracciavano le vesti rimpiangendo il campione partito. Eppure Monchi sedendosi a trattare la cessione di Nainggolan aveva in mente solo il nome di questo ragazzo cresciuto nel vivaio della Fiorentina, passato per l’Entella ed esploso nella Primavera interista: Massara, ex vice di Sabatini e oggi di nuovo a Trigoria, ha spinto fortemente per lui convincendo il ds spagnolo. Poco dopo sul cellulare di Zaniolo di telefonata ne arrivò anche un’altra: quella del ct Mancini.
Oggi, ritrovando la maglia da trequartista che proprio Nainggolan aveva occupato nel recente passato, comporrà un poker offensivo di ventenni: lui, Ünder, Schick e quasi certamente Kluivert ( l’alternativa è Florenzi a destra e il turco a sinistra), giocheranno per la prima volta tutti insieme dal primo minuto. Lo hanno già fatto col Real, ma solo dopo l’infortunio di El Shaarawy. È più o meno la Roma futuribile che Monchi aveva in testa in estate: forse però nemmeno lui poteva sospettare che, il loro momento, arrivasse così in fretta.