L’”Amarcord” di questa settimana ci riporta alla prima Roma versione stelle e strisce, targata Luis Enrique. È l’8 gennaio 2012 e all’Olimpico si gioca Roma-Chievo, valida per la 17° giornata di Serie A. È uno dei migliori momenti della gestione del tecnico spagnolo, e dopo aver chiuso l’anno solare con il successo di Bologna, i giallorossi vogliono iniziare l’anno nuovo nel migliore dei modi. I padroni di casa si schierano con il 4-3-3 tanto caro a Luis Enrique, con Stekelenburg tra i pali, Taddei, Juan, Heinze e Josè Angel a comporre la linea difensiva, De Rossi, Pjanic e Simplicio sulla linea mediana del campo e il tridente d’attacco formato da Totti, Bojan e Lamela. 4-3-3 anche per i clivensi, con Bradley (che in estate passò alla Roma, per poi essere ceduto a gennaio di quest’anno) a fare da regista e un tridente pesante composto da Thereau, Pellissier e Paloschi. La gara è a senso unico, e i giallorossi ci mettono poco a farsi pericolosi: ci pensa Pjanic con un bolide da fuori a riscaldare le mani di Sorrentino. Poco dopo è ancora il portiere ospite a respingere di piede una conclusione di Bojan. Al 33’ si sblocca il match: Lamela viene sgambettato in area da Frey e l’arbitro Russo non ha dubbi nel concedere il calcio di rigore. Totti, ancora a secco fino a quel momento, si incarica della battuta e insacca il gol del vantaggio, esultando con la nota maglietta “Scusate il ritardo”.
Nella ripresa non cambia il copione della partita. La Roma reclama ancora un altro calcio di rigore, per un intervento di Cesar su Bojan, ma per il direttore di gara non ci sono gli estremi della massima sanzione. Il tecnico dei gialloblù Di Carlo prova a cambiare il corso degli eventi inserendo Moscardelli al posto di Paloschi, ma la sostituzione non ha gli effetti sperati. Al 32’ la partita viene chiusa, con un altro calcio di rigore. Questa volta è un tocco di mano di Cesar da terra a provocare il penalty. È ancora una volta capitan Totti a trasformare dal dischetto per i giallorossi. Dopo non succederà praticamente più nulla, se non un tiro pericoloso di Bojan, che andrà vicino al terzo gol.
La stagione terminerà con un settimo posto per i capitolini e Luis Enrique che darà le dimissioni; il Chievo Verona invece concluderà al 10° posto il campionato.
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