Il rapporto con Roma, la quarantena e soprattutto la scelta di restare nella Capitale. Torna a parlare Amra Silajdžić, la moglie del capitano della Roma Edin Dzeko ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Repubblica e Gazzetta dello Sport.
Quante volte le hanno chiesto quanto sia stata determinante nella scelta di restare?
«Tante. Io amo Roma, è casa, i tifosi sono straordinari e da nessun’altra parte sono stata così. Ma la scelta di restare è tutta di mio marito“.
Lei dice che Dzeko è molto competitivo: gli pesa, a lui che ha vinto ovunque, ma niente con la Roma, dove ha giocato di più e segnato di più?
«Ma lui spera di vincere anche con la Roma, è rimasto per questo, lo speriamo tutti. Non ama perdere“.
Il rapporto di Edin con Fonseca?
«Straordinario, ma anche con tutti gli altri. Mio marito è così, un gran professionista”.
L’anno scorso si diceva che avevate iscritto i bambini a scuola a Milano e il trasloco era pronto: era davvero così?
«Non è vero. Il trasloco anche non era pronto, però sì, ci stavo pensando al fatto che avrei dovuto fare gli scatoloni. Poi, a metà agosto, ero a Sarajevo e dovevo fare un red carpet. Quando Edin mi ha chiamato per dirmi che saremmo rimasti mi tremavano le gambe, emozione unica“.
Nella vostra vita anche tanta solidarietà: dall’Unicef alle borse di studio fino alle case famiglia.
«Noi siamo semplici ragazzi di Sarajevo che hanno avuto tanto dalla vita ed è quindi un dovere, oltre che un piacere, aiutare gli altri. È stato un orgoglio vedere anche la Roma, con Roma Cares, in prima fila in questi mesi. Siamo una famiglia, un gran gruppo“.
Di cui Dzeko è capitano.
«Ma la fascia non cambia molto, lui si sentiva amato prima come adesso. Ha un rapporto speciale con i compagni. Restare qui a fine carriera? Abbiamo il sogno di tornare a Sarajevo. Ma Roma resterà Roma, anche se ci fossimo trasferiti”.
A Roma la parola capitano è legata a Totti, che qualche anno fa veniva messo in contrapposizione con suo marito.
«Assolutamente no, Francesco è straordinario, io l’ho conosciuto poco, a Edin sarebbe piaciuto giocarci di più“.
La quarantena: com’è andata in casa Dzeko?
«Devo dire molto bene, è passata veloce. I figli sono stati bravissimi. Certo, la convivenza non è sempre semplice, ma io apprezzo la vita e questi momenti così rari e speciali celi siamo goduti tutti insieme. Oggi, per dire, la squadra ha due allenamenti a Trigoria, quindi Edin non tornerà prima di questa sera. Non ero più abituata a non averlo incasa tanta ore».
Cosa l’ha fatta innamorare di questa città?
«Ho sempre viaggiato molto per lavoro, ma qui a Roma mi sono sentita subito a casa mia. Qui la gente è calda, aperta come in Bosnia, il tempo è bellissimo, adoro il centro storico. La mia prima figlia, che ha 16 anni, studia in centro alla scuola internazionale. E quando studia storia ha il privilegio di toccare con mano quello che legge nei libri».
Come sta vivendo Edin il ritorno agli allenamenti?
«E felicissimo, gli mancava tantissimo il calcio, che è la sua vita. Lui è malato di pallone, vede le partite, si informa, segue i giocatori, non è uno che stacca. E io all’inizio pensavo che tuttii calciatori fossero così. Invece ci sono quelli che, finita la partita, nemmeno ne parlano. Lui, invece, guarda tutti i campionati, conosce i calciatori e segue le storie di ognuno».
Si potrà terminare il campionato?
«Questo non lo so, l’importante è che venga comunque fatto tutto in sicurezza. Comunque è bello vedere Edin così felice e il fatto che i calciatori possano riallenarsi è un segnale importante: vuol dire che, piano piano, stiamo tornando alla normalità. E un bel messaggio per tutti».
È stato Edin a trasmetterie l’amore per il calcio?
«Sì. Prima lo vedevo come tutti gli altri sport, poi è stato spontaneo e per noi, per tutta la nostra famiglia, il calcio è vita. E tutto il bello che c’è. Il calcio e la Roma».