Artur da emarginato a eroe “Roma è stata un inferno”

Artur da emarginato a eroe “Roma è stata un inferno”

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GAZZETTA DELLO SPORT (S. BOLDRINI) – Da quarto portiere della Roma, costretto a vivere sei mesi da clandestino nella stagione 2009-2010, a protagonista nel Braga, trascinato con le sue parate alla finale di Europa League di stasera. In semifinale, Artur ha eliminato quasi da solo il Benfica e il premio è stato un contratto quadriennale con lo stesso Benfica. Domani l’annuncio ufficiale: il brasiliano si trasferisce a Lisbona. Allora Artur non era un brocco. «Roma è bellissima, ma l’ambiente è difficile. Non esistono vie di mezzo: o sei un eroe, o sei un incapace» . Artur invece che cos’è? «Non sono né un fenomeno né uno scarso, ma solo un portiere che doveva giocare con continuità in un ambiente tranquillo» . Roma era un inferno? «Dopo il derby perso con la Lazio 4-2 due anni fa, cominciarono i problemi. Spalletti era al capolinea, le voci della cessione della società ci confusero le idee, fallire la qualificazione in Champions fu un disastro» . Dopo la semifinale di ritorno con il Benfica, Artur ha riproposto una celebre definizione di De Rossi: nella Roma circolano troppi papponi. «Non voglio tornare sull’argomento, ma quando feci quell’affermazione ero pienamente consapevole di quello che stavo dicendo» . Questa finale è una rivincita? «È il momento più importante della mia carriera» . Braga è un paradiso. «A Braga ho trovato un allenatore sincero e un ambiente sereno» . Ranieri invece aveva emarginato Artur. «Non l’ho mai capito, Ranieri. Diceva che dovevo giocare in Europa League e invece andavo in tribuna. Avevo un ottimo rapporto con Pellizzaro, l’allenatore dei portieri. Quest’anno mi ha mandato diversi sms. Una volta mi ha scritto: l’ho sempre pensato che non eri scarso» . I compagni di squadra sono spariti? «No, ho sentito più volte Doni, De Rossi, Perrotta, Pizarro, Menez, Cassetti, Mexes» . Anche Julio Sergio? «Di lui preferisco non parlare»

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