ILFATTOQUOTIDIANO.IT (V. BISBIGLIA) – I vertici di una società di calcio, quotata in borsa, hanno percorso 570 chilometri “per lamentarsi” di un articolo con il direttore del principale quotidiano economico italiano. Gli stessi avallano il diniego dell’accredito stampa a una radio nazionale per come ha trattato l’inchiesta giudiziaria della Procura di Roma su Eurnova e i presunti episodi corruttivi legati all’iter autorizzativo dello stadiodi Tor di Valle. Lo certifica l’Ordine dei Giornalisti del Lazio, che con un provvedimento di “avvertimento” nei confronti del capo ufficio stampa del club, ha censurato il “rapporto distorto attualmente esistente tra l’As Roma e la stampa intesa nel suo complesso”.
L’INCONTRO A MILANO – È nelle motivazioni riportate nella “sentenza” firmata dal consigliere segretario, Marco Mele, il racconto dell’episodio più controverso. L’11 ottobre 2018, il Sole 24 Ore pubblica un articolo, a firma del giornalista Gianni Dragoni, dal titolo “As Roma in rosso con debiti da 220 milioni”. Al servizio non segue una richiesta di rettifica di legge ma una replica “ufficiosa”, pubblicata su alcuni siti sportivi, tanto che il giornale di Confindustria non torna più sull’argomento. Dal documento dell’Ordine, si apprende come “una delegazione di dirigenti dell’As Roma abbia chiesto e ottenuto udienza presso il direttore del Sole 24 Ore per lamentarsi dell’interpretazione data nell’articolo dal suo giornalista, invece di inviare la prevista richiesta di rettifica, peraltro di pubblicazione obbligatoria”. Un comportamento da parte della Roma, scrive l’ordine, “ritenuto inidoneo e sintomo di un ‘modus operandi’ nei confronti del lavoro giornalistico quanto meno sconveniente”. Va considerato che la società giallorossa è quotata in borsa e che Il Sole 24 Ore è uno degli organi di stampa di riferimento degli operatori finanziari italiani.
TAMBURINI MINIMIZZA – Conferma l’incontro ma tende a minimizzare l’episodio il direttore del Sole, Fabio Tamburini: “Non sono venuti per lamentarsi – spiega a IlFattoQuotidiano.it – Lo scopo era quello di conoscermi, visto che ero diventato direttore da poche settimane. Certo, devo dire che non erano contenti dell’articolo di Gianni e me lo hanno rappresentato, ma niente di più, tanto che non l’ho nemmeno detto al mio giornalista. Se ho subito pressioni? Assolutamente no, e comunque le avrei rimandate al mittente”. La versione di Tamburini è confermata dal capo ufficio stampa giallorosso Luca Pietrafesa: “La Roma non ha commentato l’articolo di Dragoni in nessun modo – ha detto – Abbiamo incontrato il direttore del Sole 24 Ore perché era cambiato e in quella occasione si è parlato anche dell’articolo e del fatto che il giornalista poteva essere stato superficiale nell’esporre alcuni dati, ma non fino al punto di organizzare un incontro per lamentarsi”.
IL CONTENZIOSO CON RADIO RADIO – Il ricorso era stato presentato da Furio Focolari, direttore di Radio Radio – storico network capitolino che ormai, grazie alle piattaforme digitali e satellitari, trasmette in tutta Italia – i cui giornalisti, all’inizio del campionato di Serie A 2018-2019, si erano visti respingere l’accredito alla prima partita casalinga della Roma contro l’Atalanta e, da lì in poi, “per qualunque evento promosso dall’As Roma”. Un’esclusione pesante per una radio che si occupa principalmente di sport. La motivazione, comunicata dal capo ufficio stampa Pietrafesa, stava nella “vostra scelta di rendere pubblici atti processuali privi di qualunque rilevanza ai fini dell’indagine condotta sulla società Eurnova dalla Procura di Roma, nel giugno scorso”. Dalla carte dell’inchiesta, infatti, emergeva come il direttore generale dell’As Roma, Mauro Baldissoni – non indagato, come l’As Roma – il 18 maggio 2017, si confrontasse con Simone Contasta – uno dei collaboratori di Luca Parnasi – “sull’utilità di cedere all’avvocato Lanzalone dei biglietti per la partita di calcio Roma-Genoa, individuando l’avvocato genovese come una figura importante nei rapporti con il Comune di Roma e il Movimento 5 Stelle in genere”; “uno di questi è funzionale a favorire una specie di photo opportunity accordo… Raggi Zingaretti Pallotta”, dice il dg giallorosso nell’intercettazione.
I PRECEDENTI CON L’EMITTENTE – Va detto che fra l’As Roma e Radio Radio c’erano stati dei precedenti. In una lettera inviata da Pietrafesa alla redazione, il responsabile della comunicazione racconta che “in due diverse occasioni avevamo accolto le vostre scuse in seguito a pesanti insulti (cito testualmente: “figlio di puttana” e “buffone”) rivolti a tesserati dell’As Roma. Nella sua difesa davanti al Consiglio di disciplina dell’Ordine, il giornalista ha anche aggiunto che “preferisco accreditare un giornalista che sa stare al suo posto, come quello di Porta Portese – giornale romano che si occupa esclusivamente di annunci, ndr – pur non scrivendo una riga dell’evento a cui assiste, piuttosto che uno che insulta”. Pietrafesa (che apprende da noi la notizia del provvedimento disciplinare nei suoi confronti) a IlFattoQuotidiano.it conferma: “Ilario Di Giovambattista – uno degli speaker di punta della radio, ndr – in passato aveva dato del ‘figlio di puttana’ a Strootman e del ‘buffone’ a Spalletti. Io avevo già rappresentato all’Ordine dei Giornalisti la deriva di una parte della stampa sportiva romana, con particolare riferimento al mondo radio e web e avevo chiesto strumenti per selezionare l’accesso allo stadio in occasione della partita. Strumenti che non mi sono mai dati”. Inoltre, nell’occasione scatenante “Radio Radio mette in piedi un’operazione terrificante, agli atti dell’ordine, nella quale animano valutazioni in cui si parla addirittura di una ‘Rigopiano in salsa giallorossa’”. “La revoca dell’accredito è un attentato alla libertà di stampa – replica il direttore di Radio Radio, Furio Focolari – Ancor di più il fatto che ci venga negato di raccontare eventi collaterali, come avvenuto tempo fa in piazza di Spagna su invito del Campidoglio. Le nostre emittenti producono ore di talk, abbiamo ospiti i direttori e gli ex direttori dei principali quotidiani sportivi italiani. Non siamo degli sprovveduti o dei dilettanti”.