L’Avvocato Grassani, noto esperto di diritto sportivo, ha parlato ai microfoni di CentroSuonoSport (101.5 Fm) sulla ripresa del calcio italiano e sulla proroga dei contratti:
Il calcio ripartirà?
“Domanda difficilissima, a cui potrà rispondere il gruppo scientifico che sta lavorando alla possibile riapertura del paese. Il presupposto fondamentale è la salute pubblica. Il calcio italiano oggi, con specifico riferimento alla Lega di A, dopo la decisione unanime sul taglio agli stipendi, ha nuovamente trovato un’intesa e ha deciso che tutti i titoli di questa stagione vadano conseguiti sul campo che si tratti di Scudetto, retrocessioni e qualificazioni alle Coppe, non attraverso altri criteri astrusi come sorteggi,
monetine o cristallizzazione della classifica. Questo è un dato consolidato che sdogana l’ipotesi di possibili conflitti legali. Ora la palla passa dal mondo sportivo a quello delle autorità governative e sanitarie”
Qualora non si riuscisse a concludere la stagione, cosa accadrà?
“Non si potrà mettere d’accordo tutti ovviamente, l’eventualità che il campionato non riprenda va scongiurata anche per evitare il tutto contro tutti e la decina di contenziosi che potrebbero essere azionati. Il calcio rischia in caso di mancata ripartenza, al di là degli impatti bilancistici, rischia il caos e l’implosione legale, perchè non esiste un criterio univoco e armonico, capace di mettere d’accordo tutti.
Ci sarebbe eventualmente solo una possibilità: il Governo, attraverso decreto legge, come accadde nel 2003 nel caso Catania e la B a 24 squadre, potrà conferire al CONI e di riflesso quindi alle federazioni, nello specifico alla FIGC, il potere di decidere come assegnare posizioni e titoli, per evitare causa risarcitorie e ricorsi al TAR”
La situazione dei contratti con scadenza al 30 giugno, che scenario prevede?
“E’ un tema centrale: ammesso che si riparta, sicuramente la stagione si concluderà oltre il fatidico 30 giugno. La problematica riguarda contratti in scadenza, prestiti e anche allenatori che si sono impegnati fino a quella data. E’ un problema non normato, che non ha precedenti giuridici. Se c’è la volontà di tutte le componenti, società, giocatori e allenatori, di tornare in campo, servirà un tavolo di lavoro
in cui venga stilato un protocollo d’intesa tra rappresentanti di tutte le categorie e delle leghe, sulla proroga di tutti i contratti per almeno 60 giorni, che tenga conto dei due mesi di stop forzato, automaticamente splittati sui mesi estivi di Luglio e Agosto. Un accordo che poi dovrà esser sottoposto a UEFA e FIFA, ma se c’è accordo da parte di tutti, non c’è nessun motivo affinchè gli organismi internazionali
non acconsentano a tale proroga. D’altronde è stato spostato tutto, l’Europeo al 2021, l’UEFA ha posticipato le coppe per far concludere i campionati, dunque è evidente che servirà una proroga e confido sul buon senso di tutti”