LA REPUBBLICA (M. PINCI) – Ieri erano capitano e direttore generale, oggi sono due dirigenti con incarichi liquidi e fiducia illimitata. Francesco Totti e Franco Baldini però sono tornati a spaccare la Roma. Il pomo della discordia è la biografia di Totti, che non ha nemmeno atteso di vedere la luce – oggi al Colosseo la cerimonia-evento per presentarla, proprio nel giorno del 42esimo compleanno di Francesco – per incendiare l’aria intorno a sé. “Baldini mi considera il male della Roma perché, a suo dire, condiziono troppo l’ambiente”, ha scritto Totti, in “Un Capitano”. E Baldini, avvezzo a entrare e uscire dalla Roma con la stessa frequenza con cui Totti calciava in porta i rigori, ha fatto quello che se ne va: per la terza volta, a dire il vero, dopo le dimissioni del 2004 e quelle del 2013. Lo ha comunicato al solo Pallotta, che però doveva già averlo appreso dalla sua confessione al quotidiano “Il Romanista”, visto che ancora nel pomeriggio di ieri giurava di non saperne nulla. E non ne sapevano nulla nemmeno a Trigoria i colleghi di Baldini nel comitato esecutivo che periodicamente si riunisce a Londra per discutere le scelte chiave del club. Difficilmente invece potrà abbandonare il ruolo di consulente personale di Pallotta. Né si capisce perché dovrebbe averne l’intenzione. Soprattutto se le dimissioni sono dettate dalla lettura del libro. È persino curioso che agli occhi dell’ex dg l’incompatibilità tra i due l’abbia mostrata quella frase: come se i vent’anni di conoscenza e di rapporti “complicati” non fossero bastati, né il “pigro” che gli dedicò nel 2011 in un’intervista a Repubblica, capace di frantumare la Roma di Luis Enrique prima ancora che questa nascesse. Ora un nuovo capitolo. E anche se è una circostanza che la Roma e Pallotta negano, Totti gli rimprovera pure di essere stato l’uomo che lo ha costretto al ritiro: “Sono stato io Francesco. A farti ritirare”. Una confessione attribuita da Totti a Baldini in quel libro che ha già frantumato le barriere di Trigoria, aggiungendo tensione alle ore prima di una partita che già metteva i brividi a Di Francesco e non solo. E Baldini non poteva non saperlo, visto che da giorni Pallotta gli aveva affidato la missione di individuare un profilo adatto a sostituirlo, l’allenatore, nel caso in cui le cose precipitassero. E Totti? Se vorrà commentare il passo indietro di Baldini, lo farà oggi. Lui, a quanto risulta, non pare pensarci, anche se non mancano, anche nel suo caso, le contraddizioni. Restare, ad esempio, a lavorare per una società che con Spalletta sostiene lo abbia fatto smettere: “Erano una cosa sola”. E in fondo qualche crisetta di rigetto verso il nuovo ruolo non è che l’abbia nascosta: un anno fa esatto preferì festeggiare i 41 anni a casa anziché seguire la squadra a Baku. E a gennaio disertò il viaggio con la dirigenza a Londra – dove avrebbe incrociato Baldini… – per non disdire le ferie alle Maldive. Poi in estate durante il ritiro della Roma era a giocare a calciotto in Russia. E nel tripudio a suo sostegno via social è spuntato pure un criptico: “Ma quando si ritira, Totti?”