IL ROMANISTA – V. META – È stato l’unica nota stonata (letteralmente) di una serata da incorniciare il coro rivolto a Giancluca Pessotto, in riferimento al suo tentato suicidio.
Non era la prima volta che lo si sentiva sui campi di Serie A, è la prima volta che una società ci mette la faccia e chiede scusa. La Roma lo ha fatto nella persona di Franco Baldini, che era presente all’Olimpico giovedì sera e che è andato a scusarsi di persona con Pessotto, attuale responsabile organizzativo del settore giovanile della Juve: «Abbiamo vissuto una bellissima soddisfazione – si legge in un comunicato ufficiale -, peccato che la bellezza della vittoria sia stata sporcata da eccessi di tifo di cattivo gusto. Vogliamo ringraziare tutti i tifosi che hanno accompagnato la squadra. Al dirigente della Juventus Gianluca Pessotto il direttore generale della Roma Franco Baldini ha già porto personalmente le sue scuse».
La Roma ha confermato di aver intrapreso una strada diversa e che il codice di comportamento non vale solo solo per la squadra. La società è stata anche multata per cinquantamila euro. Ma il giorno dopo il trionfo dell’Olimpico nella finale di Coppa è stato un susseguirsi dcomplimenti e attestati di stima per la squadra di Alberto De Rossi, che ha raccontato le su emozioni per il terzo trofeo da quando siede sulla panchina della Roma: «È stata un’emozione fortissima – ha detto a Teleradiostereo -. Questa serata rimarrà per sempre». Al fischio finale il tecnico è corso verso i suoi ragazzi a braccia spalancate, quasi volesse stringerli tutti. A strapazzarlo c’ha pensato il solito Viviani, che uscendo dal campo quasi lo soffocava in uno dei suoi abbracci: «Il rapporto con i ragazzi è spontaneo, ma per costruire questo gruppo abbiamo lavorato in tanti, da Bruno Conti a Ivano Stefanelli fino a Walter Sabatini e poi c’è il mio staff che lavora quotidianamente a Trigoria. Sono molto legato a tutti loro, ormai un allenatore non può fare tutto da solo, è lo staff a fare la differenza». A rendere particolarmente orgogliosi è l’ossatura tutta romana della Primavera, completata dagli innesti di stranieri di qualità come Nego e Tallo: «Il senso di appartenenza che ti può dare un romano non te lo può dare nessuno. Fermo restando che abbiamo avuto degli stranieri che si sono integrati moltissimo nella città. Un giorno vedere tanti romani che compongono la rosa della prima squadra sarebbe un sogno. Tutti questi ragazzi che sono da tanti anni con noi facilitano l’ingresso di ragazzi come Tallo e Nego». (…)
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