Mario Balotelli dice basta: al prossimo coro razzista lascerà il terreno di gioco. Per lui – bersagliato dai ‘buu’, dagli insulti e dalle provocazioni – la misura è colma e – in una intervista esclusiva alla Cnn – annuncia con grande fermezza le proprie intenzioni. Una presa di posizione netta come quella del commissario tecnico della Nazionale Cesare Prandelli che chiede gesti forti di fronte a episodi intollerabili e vergognosi. “Bisogna dare l’esempio. Io avrei preferito fermare la partita perché in quel momento l’atmosfera era cambiata”, le parole del ct al Tg1. Domenica scorsa – nella partita Milan-Roma – gli ultras giallorossi si sono scatenati contro il giocatore rossonero. L’arbitro Rocchi ha sospeso la partita per novanta secondi all’inizio del secondo tempo. La Roma è stata punita con una multa di cinquantamila euro. Non una sanzione sufficiente per il Presidente della Fifa Sepp Blatter che ha definito “sorprendente e non accettabile che la Disciplinare abbia deciso solo una multa ventiquattro ore dopo i fatti e senza indagini”. Parole non condivise da Michel Platini: “L’arbitro Rocchi è stato bravissimo, in Milan-Roma: ha usato la regola del buon senso. Ha fermato la partite temporaneamente, sono stati lanciati degli avvisi e da lì non ci sono stati più cori razzisti. Non sono d’accordo con chi vuole infliggere punti di penalizzazione ai club”. “Sono i tifosi – spiega il presidente dell’Uefa – che compiono atti razzisti che devono essere puniti, non i club. Da parte nostra dobbiamo legiferare in modo da aiutare l’arbitro a prendere decisioni in caso di episodi di razzismo. E dobbiamo punire molto severamente i giocatori che insultano in campo altri giocatori”. Nell’annus horribilis per i casi di razzismo negli stadi italiani, Balotelli alza la voce: così non si può andare avanti. “Ho sempre detto che se fosse successo in campo non avrei fatto nulla, ora ho cambiato idea. Se mi sarà rivolto un altro coro razzista, uscirò dal campo. Domenica ho parlato con Boateng e stavo per abbandonare il terreno di gioco, poi avrebbero potuto pensare che lo avevamo fatto perché eravamo in difficoltà nella partita e volevamo avere la vittoria per 3-0 e allora sono rimasto”. Una ferita aperta per il calcio italiano che – sul fronte del razzismo – soltanto in questa stagione si è distinto per i cori contro gli ebrei durante Lazio-Tottenham, per il caso dell’amichevole del Milan con la Pro Patria quando Boateng – seguito dall’intera squadra – abbandonò il campo di gioco, per gli insulti da parte degli ultras interisti contro Adebayor e, durante il derby di Milano, contro lo stesso Balotelli fino a domenica scorsa con la sospensione della partita contro la Roma. (ANSA)