(di Francesco Oddo Casano) – Marco Bellinazzo, giornalista de “il Sole24Ore”, è intervenuto nel pomeriggio ai microfoni di Centro Suono Sport (nel contenitore ‘1927 la storia continua’) per parlare di Fair Play Finanziario, plusvalenze più o meno anomale, bilanci e soprattutto per confrontare le situazioni di Roma, Inter e Milan, con le relative strategie di mercato e prospettive finanziarie future:
Recentemente hai scritto che la Roma è un modello virtuoso di gestione societaria, perchè?
“Ci sono tre società che hanno adottato un modello ‘SEC’, ovvero “Sport entarteinment company”, costruito attorno ad un modello aziendale dove si sviluppano non solo gli introiti tipici come quelli relativi ai diritti tv, ma anche quelli su cui può direttamente incidere la capacità manageriale di un club quindi in primis gli sponsor e relativi accordi commerciali, in queste ore è arrivato Francesco Calvo a Roma che ha un curriculum di grande livello, o gli introiti da stadio che non sono solo quelli legati al botteghino. In questo senso la Juventus ha sviluppato un modello straordinario negli ultimi anni e subito dopo la Roma sta facendo cose importanti, così come l’Inter. Sono queste tre le società che in Italia si stanno pian piano strutturando per divenire realtà internazionali di un livello elevatissimo, sviluppando gli aspetti industriali della gestione calcistica”
Quanto pesa attualmente sul bilancio della Roma il costo del personale, compreso il monte ingaggi? Il debito finanziario con Goldman & Sachs, condiziona la Roma sulle strategie di spesa che riguardano il mercato?
“Per quanto riguarda l’indebitamento siamo in una dimensione assolutamente fisiologica, funzionale in termini di liquidità alle spese di un club di questo livello. Non va però sottovalutato il fatturato del club e il rapporto dello stesso con il costo della rosa, con riferimento al relativo ammortamento e l’ingaggio del giocatore spalmati su più annualità. La Roma ha una situazione in cui il peso dell’ingaggio e degli ammortamenti è tra il 70 e l’80% del fatturato strutturale, questo tende a far si che il club vada in rosso a meno che non ci siano plusvalenze da calciomercato o una Champions che produca introiti straordinari come lo scorso anno. Questo determina una certa prudenza sul mercato e una filosofia di investimento sul mercato proiettata al futuro, impedendo acquisti alla Cristiano Ronaldo, per contenere anche il costo della rosa”
La situazione del Milan? Come è possibile che stiano investendo su calciatori come Higuain dall’elevato costo di cartellino e ingaggio, in una situazione di grave indebitamento?
“Partiamo dal presupposto che i conti del Milan non sono a posto ma la società si sta muovendo in una zona grigia in cui non ci sono ancora i nuovi paletti del FFP, e la libertà di movimento che ha il club in questo momento gli permette di fare operazioni del genere in attesa di conoscere quali saranno le decisioni dell’Uefa che ancora non ha emesso alcuna prescrizione su questo. Teniamo conto che la Uefa emetterà sanzioni future e non retroattive e perciò il club rossonero potrebbe ‘farla franca’. Ma il Milan inevitabilmente pagherà un conto salato nei prossimi anni e sarà sanzionato pesantemente, perciò il giudizio del tifoso deve essere sospeso in attesa della decisione dell’Uefa anche se capisco che possa non esser compreso tutto questo”
La situazione dell’Inter?
“È uscita dalle sanzioni del FFP se non per il limite delle rose e l’obbligo del c.d. mercato in equilibrio, ma al di là di questo ha superato i vincoli relativi ai bilanci. L’Inter è nella condizione in cui più aumenta il fatturato più riesce a far fronte a ingaggi pesanti. Molte entrate commerciali provengono dalla galassia Suning, l’Inter sta già viaggiando verso i 300 milioni di fatturato, 100 milioni in più di Napoli e Roma, questo consentirà ai nerazzurri di essere la vera antagonista della Juventus. Se l’Inter non riuscirà ad entrare in Champions, dovrà rivedere le sue strategie, ma gli incrementi commerciali garantiti da Suning consentiranno all’Inter una crescita esponenziale”
Le sponsorizzazioni dell’Inter? Alcuni introiti messi a bilancio non sono stati ancora versati?
“Molte delle entrate commerciali nuove dei nerazzurri provengono dalla galassia Suning, di conseguenza andranno valutate come sponsorizzazioni da ‘parti correlate’, parametrandole dunque a contratti d’entità analoga a quelle di soggetti indipendenti. Di conseguenza l’Uefa sta monitorando questi contratti, ma la loro entità è a mio avviso accettabile rispetto alla potenzialità del brand Inter, al contrario di quello che ha fatto il Psg con lo stato del Qatar”
Qual è il tuo giudizio sulle Plusvalenze che in alcuni casi appaiono quanto meno anomale rispetto al reale valore oggettivo dei calciatori considerati?
“Negli ultimi questa pratica è aumentata in maniera esponenziale e il numero delle plusvalenze è quasi raddoppiato. In Italia c’è qualcosa di anomalo su cui ci credo prima o poi sarà posta una lente d’ingrandimento importante e potrebbero esserci delle sorprese sgradevoli. Al momento c’è evidentemente un vuoto normativo su questa vicenda a livello Uefa: dobbiamo considerare che non c’è un parametro che stabilisca quanto valga realmente un giocatore. Anche quest’anno abbiamo visto plusvalenze sui giovani. Bisogna poi differenziare tra le plusvalenze per eludere le regole del FFP e altre situazioni gravi come a mio giudizio quelle poste in essere dal Chievo, non sanzionato realmente per un vizio procedurale riscontrato nell’attività investigativa degli organi federali. Il Crotone, pur rispettando le regole, ha subito un danno enorme, non essendo ripescato in A, non potrà accedere ai 30 milioni di euro dei diritti televisivi, che per società di questo livello rappresenta una perdita pesantissima”
Dall’entrata in vigore del FFP, i proprietari dei club possono ricapitalizzare e in che misura tali immissioni di denaro vengono considerati dall’UEFA?
“30 milioni nel triennio è la cifra entro la quale le società possono muoversi. La ricapitalizzazione dunque, di qualsiasi proprietario, può coprire una perdita aggregata nel triennio considerato dall’UEFA, per una cifra massima di 30 milioni. Il resto non viene assolutamente considerato in funzione del FFP. La società dunque deve autofinanziarsi, per questo è fondamentale investire su una struttura manageriale e investire su strutture sportive che possano gradualmente elevare i ricavi. Per capirci: da quando esiste il FFP tra Bill Gates e il sottoscritto non ci sarebbe di fatto differenza sui termini della ricapitalizzazione. Il calcio è cambiato, non esiste più la pratica del “metto 100 milioni annui” per sanare le perdite e fare mercato, quindi contrarre nuovi debiti a fronte dei costi superiori generati rispetto alla precedente annualità”