CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – E’ stato un eccesso di delicatezza. Scherzando, mentre stringe mani alle tante persone che a Pescara gli vogliono bene, Zeman guarda il lato positivo della domenica: «Abbiamo vinto solo 1-0. Sono contento così. Qui sono stato felice e non dimentico quello che è successo pochi mesi fa, non era giusto andare via con un risultato più pesante» . Ma di questa Roma solida e noiosa farebbe volentieri a meno, perché vincere non è tutto: «Nell’insieme non abbiamo giocato una partita soddisfacente, soprattutto nel primo tempo, anche se qualche occasione è stata creata. Dobbiamo e possiamo fare di più» . Dietro, a parte il confuso assalto finale, la Roma ha concesso poco per la seconda partita consecutiva. E come contro il Torino non ha preso gol: «Rischi non ce ne sono stati, loro non hanno mai tirato in porta. E questo è un nostro merito, a cui non eravamo abituati: speriamo di continuare su questa strada, perché lavoriamo tanto sulla fase difensiva. Però siamo stati troppo passivi, lasciando campo all’avversario. Non è il nostro gioco. E ho visto tante distrazioni nelle giocate offensive» .
LA SCELTA – Ha preferito confermare Bradley davanti alla difesa, in nome dell’equilibrio, rinunciando al verticalizzatore Tachtsidis: «Volevo un uomo che seguisse Quintero. E Bradley ha svolto bene il compito. Ma per me Bradley è più utile se aiuta la fase offensiva: Tachtsidis ha avuto un problema fisico e ho preferito non rischiarlo dall’inizio» . (…)
PROSPETTIVE – (…)«A Siena proveremo a fare meglio. Sono sicuro che la squadra sia buona e che possa crescere tanto. Non so dove potremo arrivare. Però ce la giocheremo con tutti. Il campionato è lungo, c’è tutto il girone di ritorno. Possiamo disturbare tanti e spero che li disturberemo» . La classifica è già migliorata rispetto allo scorso anno: anche senza i tre punti a tavolino rimediati a Cagliari, la Roma è a +3 rispetto al percorso di Luis Enrique: «Il risultato non sempre ci ha premiati. Abbiamo giocato peggio dell’avversario la partita contro la Juventus e forse anche il derby con la Lazio. Però non per questo cambierei il mio modo di essere: voglio ottenere i risultati cercando di giocare al calcio e facendo divertire la gente. Non mi piace gestire, non mi piace rubare punti in giro per l’Italia» . Ieri però ha cambiato tattica, chiudendo la partita con una specie di 4-5-1. Zeman su questo punto si irrigidisce: «Adesso mi rimproverate perché leggo le partite? Il Pescara ha chiuso con quattro punte e io avevo tre attaccanti isolati, mi sono dovuto adattare. Ma tanto è una vecchia storia: quando si perde è colpa del calcio di Zeman, quando si vince non è una squadra di Zeman…» .
SALUTI – (…) Ma nella sua testa esiste l’idea di tornare? E’ il sogno dei pescaresi, che Zeman rispetta con un’altra battuta: «Non penso che a Pescara si augurino che la Roma mi cacci. E poi non sono più un giovincello, non posso mica allenare per altri dieci-quindici anni. Riparliamone quando finisco il mio lavoro a Roma»