BoboTv, Totti: “Mi sarei ucciso pur di non lasciare la Roma. Friedkin?...

BoboTv, Totti: “Mi sarei ucciso pur di non lasciare la Roma. Friedkin? Se mi chiamano ascolterò cosa mi proporranno”

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“Nella Roma attuale sono tutti stranieri, la proprietà, il gm e l’allenatore. Serve uno che conosca l’ambiente, questo è quello che manca alla Roma. Se io avessi una squadra vorrei gente di campo. Nelle società dove ci sono personaggi che capiscono meno di calcio, questi vogliono fare le primedonne. Io suggerivo giocatori per il bene della Roma, non volevo neanche che uscisse il mio nome. Dicevo “dì che l’hai preso tu, non mi interessa”. In una società se c’è gente di campo è tutto più semplice, ci si capisce al volo”.

Francesco Totti protagonista della BoboTv. L’ex capitano giallorosso è stato ospite di una puntata virtuale del format creato da Vieri, in compagnia di Adani, Cassano e Ventola:

Tu e Antonio Cassano che coppia… ?

“Se avesse dato retta a me sarebbe rimasto a Roma altri 20 anni, ha ascoltato le persone sbagliate. Ho sempre detto che Antonio è stato il più forte con cui abbia mai giocato, con lui i momenti più belli della mia carriera, giocavamo ad occhi chiusi! Appena arrivato dormiva a casa mia, per i primi quattro mesi. Eravamo fratelli, non soltanto amici e compagni di squadra. Molte cose non si possono neanche raccontare. Quando litigavamo lui non mi parlava più, non dava neanche spiegazioni. Quando è andato via accusò me e Montella di avergli rubato i soldi per i rinnovi del contratto, non ci siamo parlati per diverso tempo. Lui è così, è il Marzullo dei calciatori, si dà le risposte da solo. Nei ritiri era una “bomba a mano”, la mattina ci svegliavamo con l’ansia che potesse combinare qualsiasi cosa. Però portava gioia, si respirava serenità insieme a lui.”

Quanta qualità nella vostra Roma…

“Non so se fossimo più forti l’anno dello scudetto o il successivo. Eravamo completi in tutto, era impossibile non vincere. Abbiamo buttato dei campionati al vento, quando sarebbe stato più semplice vincere rispetto all’anno dello scudetto. Non si possono fare i paragoni con le squadre di adesso e quelle dell’inizio degli anni 200. Ogni squadra aveva 3 o 4 giocatori di livello, anche in provincia.”

Sulla serie tv

“È carino, mi emoziono rivivendo il mio trascorso da calciatore. Questa serie va oltre gli eventi, fa trascorrere 50 minuti piacevoli davanti allo schermo, saranno 6 episodi. Cassano e Spalletti identici negli atteggiamenti, ci sono dei grandi attori. Il prodotto è ben riuscito.”

Sul film

“Un anno e mezzo di lavoro, ho fatto quasi tutto io. È stato molto bello ed emozionante lavorarci.”

Qualche giovane da segnalare?

“Ci sono tanti giovani promettenti, ma se sono impegnati non li prendo in considerazione. Ne ho trovati 4 o 5 di qualità. Coccolo, ad esempio, ha grandi qualità e penso che la Juve lo riprenderà. Mi piace molto osservare i giovani, non è un mestiere semplice ma è molto intrigante. È una scelta che ho intrapreso io, la porterò fino in fondo. Chi meglio di me può dare qualcosa nel mondo del calcio, in questo contesto so bene quanto posso dare. Non mi sarei aspettato una posizione del genere, mi sarei visto per sempre dentro la Roma ma le situazioni mi hanno portato altrove. Mi sono sentito messo al muro, per questo ho preso una decisione che mai avrei voluto prendere. Crescere giovani talenti è la vittoria più bella.”

Se i Friedkin chiamassero?

“Ancora non ci sono stati contatti, se dovesse accadere mi siederei e ne parlerei. In questo momento ho intrapreso un percorso che voglio portare a termine. Ho messo su una squadra di grandi presone e professionisti, non voglio lasciarli da soli. Se un giorno mi stancherò penserò ad altro. Certo dire no alla Roma, non sarebbe facile. M sarei ucciso pur di non lasciare la Roma”

Sulla Roma

“La seguo da tifoso, mi arrabbio perché spero che la Roma possa arrivare in alto. Facendo questo lavoro spero di portare alla Roma talenti, come avrei voluto quando ero alla Roma. Rimango fuori da Trigoria quando porto mio figlio ad allenarsi. Ogni volta escono Vito Scala e tutto lo staff per salutarmi. Se fossi rimasto in società avrei voluto fare il direttore tecnico, non avendo il potere su tutto ma almeno sulla scelta dei giocatori. Credo che avrei potuto dare qualcosa in più di alcuni dirigenti, con tutto il rispetto. Ero l’ultima ruota del carro. Non venivo mai coinvolto nelle scelte societarie. Uno competente e che conosce tutto di Roma come me, dentro un club molto internazionale farebbe comodo.”

Perché nelle società ci sono pochi ex calciatori?

Se un giorno avessi un club chiamerei tutti gli ex calciatori, chi meglio di loro può gestire una squadra? Per esempio, Rui Costa al Benfica, sta facendo grandi cose, me l’ha detto Tiago Pinto, che al Benfica era il secondo. Ad esempio, alla Roma volevo prendere un giocatore, che ora è al Chelsea, ma non volevo il merito. Avevo detto al direttore sportivo di dire che lo avrebbe preso lui. Nelle società ci sono troppe prime donne, se lavorassimo tra noi ex calciatori saremmo a nostro agio e avremmo meno problemi. Quando parli con alcuni dirigenti è difficile dialogare, perché ti ritengono ingombrante. Maldini al Milan funziona perché ora ha potere decisionale.”

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