«Dopo questo, passo dall’Arsenal alla Roma». Parola di Tolu Ogunlesi, giornalista che lavora per il governo nigeriano e che ha, su Twitter, quasi mezzo milione di follower. La «conversione» di Tolu, evidentemente un grande appassionato di calcio, dai «gunners» ai giallorossi è avvenuta qualche giorno fa, quando la Roma ha annunciato l’apertura di un profilo Twitter in pidgin English, cioè lo slang inglese parlato in Nigeria, 190 milioni di abitanti e potenziali simpatizzanti. Un profilo che va a fare compagnia a quelli su cui la Roma è presente (Facebook, Twitter, Instagram, YouTube, Snapchat, Sina Weibo, WeChat) in 13 lingue: oltre al pidgin English, infatti, la società giallorossa comunica con i propri tifosi in tutto il mondo in italiano, inglese, arabo, indonesiano, spagnolo, francese, portoghese, bosniaco, turco, olandese, farsi e cinese. Una vera e propria globalizzazione del brand, una strategia dettata direttamente da James Pallotta. Come riporta il Corriere della Sera, negli ultimi quattro anni i numeri social della Roma sono aumentati in maniera vertiginosa, da poco più di 5 a oltre 15 milioni, una crescita organica e intelligente. Si è partiti da una consapevolezza: il numero di follower, che su molte piattaforme si possono anche acquistare, è meno importante del coinvolgimento degli utenti, in inglese engagement, “stimolato attraverso contenuti creati ad hoc, diversificati per ogni piattaforma (e per ogni lingua) e che possono virare verso l’intrattenimento”.