Oramai mancano solo pochissimi dettagli e per Erik Lamela sarà il momento di vestire i colori giallorossi. Mentre a Trigoria si discute in maniera celere le clausola di una trattativa condotta in maniera perfetta dal diesse Walter Sabatini, la stampa e gli addetti ai lavori si interrogano sul reale valore di un calciatore da tutti descritto come il nuovo Pastore (come se Pastore fosse già divenuto vecchio). Parere illustre quello di Stefano Borghi, giornalista di sportitalia intervenuto ai microfoni di Te la do io Tokyo, trasmissione radio in onda sulle frequenze di Centro Suono Sport: “Non aspettatevi un calciatore che possa, da subito, risolvere le partite da solo – dichiara Borghi – è un calciatore giovane, viene in Italia dopo l’onta della retrocessione con il River. L’aspetto che deve migliorare è nel tiro: ha un modo di calciare sopraffino, ma che manca di cattiveria. Vederlo tirare è bellissimo, sembra un dipinto, ma è poco “sporco” perché il pallone lo accarezza. Ha tutti i requisiti per migliorare. Chi ha fatto l’affare tra Roma e Inter con Lamela e Alvarez? Non saprei, è una cosa che si vedrà nel tempo” Differente il parere sul difensore centrale dell’Indipendiente Galeano: “Non è pronto per il calcio italiano, è stato etichettato troppo presto come il nuovo Samuel. Ha giocato poco nell’ultimo anno, nell’Independiente ha perso il posto ed ha tutto il tempo per riproporsi come un calciatore importante. Ha comunque le capacità, sa fare gol ma deve fare ancora un anno in Argentina”.