Borriello, cuore a metà

Borriello, cuore a metà

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IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) – Borriello, cuore a metà. Mezzo giallo e mezzo rosso, come canta Lando Fiorini, ma anche mezzo rosso e mezzo nero perché gli anni trascorsi a Milanello, dove arrivò praticamente bambino, non si possono dimenticare, e non sarebbe neppure giusto farlo. Ma cuore a metà anche perché sabato la sua Roma affronterà il suo ex Milan, e Marco si trova in una situazione per certi versi paradossale: la Roma ha bisogno di vincere per continuare a sperare nel quarto posto e Borriello farà di tutto, da titolare oppure da subentrante, per battere il Milan. Bissando, se possibile, il gol-partita messo a segno a Milano il 18 dicembre scorso. Ma se la Roma non dovesse centrare i tre punti, e quindi la squadra di Max Allegri dovesse aritmeticamente conquistare lo scudetto con due turni di anticipo, Borriello sarebbe campione d’Italia. Mica una cosetta da niente. Sì, perché l’attaccante napoletano in questo campionato ha giocato una partita con la maglia del Milan, la prima a San Siro contro il Lecce (4-0, 29 agosto 2010) prima di passare alla Roma e quindi un pezzettino di scudetto sarebbe (sarà) anche suo. Di certo, il nome di Borriello farà parte della rosa che avrà conquistato (sabato o successivamente: manca un punto) lo scudetto del Milan. Perché non contano il numero di presenze, ma la presenza o meno. Nella stagione 1982-’83, ad esempio, la Roma di Nils Liedholm vinse lo scudetto e giocatori come Paolo Giovannelli e Franco Superchi, entrati in campo soltanto nella parte finale dell’ultima partita, quella all’Olimpico contro il Torino, vengono considerati (e lo sono) campioni d’Italia a tutti gli effetti.
Tornando a Borriello, va ricordato che quel rocambolesco gol al Meazza ha sancito, di fatto, il divorzio tra Marco e i tifosi del Milan. Dopo aver battuto Abbiati, Borriello si lasciò andare ad un’esultanza sfrenata che inorgoglì la gente arrivata da Roma e che fece imbestialire i tifosi rossoneri. «Non ho mancato di rispetto a nessuno: ho fatto festa con la mia gente e basta», disse Borriello nel post partita. In quel periodo era titolare inamovibile della Roma di Claudio Ranieri (a Milano il suo partner lì davanti era Adriano…), segnava ad un ritmo impressionante e mai avrebbe immaginato che da lì a pochi mesi sarebbe diventato una riserva: con Vincenzo Montella sulla panchina della Roma, Borriello in campionato è partito titolare soltanto due volte (a Bologna e a Lecce); e non va in gol dalla partita contro il Brescia, 2 febbraio scorso. Insomma, con Montella allenatore della Roma è ancora a secco. Da quando si è lasciato sfuggire quella famosa frase «Ho segnato venticinquemila gol e sto in panchina» (Roma-Shakhtar 2-3, 16 febbraio) sono cominciati i suoi guai, compreso il calcio di rigore sbagliato in Ucraina nella partita di ritorno contro la squadra di Mircea Lucescu.
Domenica scorsa, a Bari, Borriello è apparso (Totti escluso) il meno peggio degli attaccanti a disposizione di Montella, e questo potrebbe fornire un’indicazione in vista della formazione da opporre sabato al Milan. Si continua a dire che Totti e Borriello non possono coesistere, ma a Bari con quel tandem in campo la Roma ha segnato due gol e si è pappata un calcio di rigore, rimediato proprio da Borriello. Insomma, la coppia non è andata poi così male. Oggi, incredibile ma vero, i giornalisti potranno seguire l’intero allenamento della Roma e si comincerà a capire se Borriello ha chances di affrontare il Milan da titolare o se dovrà accomodarsi per l’ennesima volta in panchina, pronto a dare il suo contributo. Ha un contratto con la Roma fino al 2015 e la sua conferma, al momento, appare al riparo da qualsiasi sorpresa. Nel calcio, però, non c’è certezza di niente.

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