Diego Armando Maradona è morto lo stesso giorno del suo amico Fidel Castro e di un altro grande “maledetto” del mondo del calcio, George Best. L’amico romanista Bruno Conti non lo dimentica e racconta ai microfoni de il Messaggero: “Da quando un giorno, alla fine di una partita della Roma contro il Napoli, mi chiese di andare a giocare con lui. E’ stato emozionante: Diego voleva al fianco me, proprio me“.
Lei ci ha anche pensato…
Beh, era un periodo in cui avevo problemi con Dino Viola per il rinnovo del contratto. In quella partita io ero il capitano della Roma, lui del Napoli. Alla fine quel “vieni a giocare a Napoli” non lo dimentico. Poi le cose si sistemarono e dissi di no. Alla fine sono rimasto e sono felice.
Se n’è andato un altro amico…
Questo anno maledetto ha portato via persone a cui ero molto legato: Diego, per il calcio, D’Orazio per la musica. La mia vita è legata alle giocate di Diego e alla musica dei Pooh.
Che immagine le viene in mente di Diego?
Lui era il calcio. La tecnica, la fantasia, il genio. Ha portato scudetti al Napoli e, con tutto il rispetto per i vari Bagni, Giordano e altri grandi di quella squadra, è stato l’artefice di quei successi.