Sempre la solita storia. In Svezia va in scena l’ennesima trasferta «facile» ma «scomoda» dopo la quale i giallorossi tornano a casa senza punti e con tanti dubbi per il futuro, che sembra tutt’altro che roseo. La sconfitta di misura sul sintetico dell’Elfsborg, oltre a complicare i piani in Europa League, mette a nudo ancora una volta i limiti di una squadra dopo il cambio in panchina non aveva ancora perso, ma che dopo la scossa iniziale sembra già regredire. Se il pari casalingo col Bilbao poteva essere un risultato accettabile, il ko contro i modesti svedesi di Hiljemark è inaccettabile e relega la Roma in fondo alla classifica con un solo punto in due gare.
Squadra prevedibile, lenta e senza qualità, che comanda nel possesso palla ma, di fatti, non spaventa mai gli avversari. Tanti cambi per Juric che lascia fuori contemporaneamente Pellegrini, Cristante e Mancini. Spazio dal primo minuto per la prima volta sia ad Abdulhamid sia per Shomurodov. N’Dicka l’unico confermato della retroguardia rispetto a domenica e a centrocampo lanciata la coppia inedita Paredes-Pisilli. Lo spartito del match rispetta le previsioni: la Roma tiene il possesso palla, senza creare grandi occasioni, mentre I’Elfsborg quando si affaccia è sempre pericoloso.
È bravo Svilar prima su Henriksson, poi su Senesi, confermandosi l’unica vera certezza, ad oggi, dell’undici giallorosso. In mezzo anche un paio di folate ospiti con la ripartenza di Baldanzi dove Soulé spreca e l’occasione di Shomurodov che, però, la spara alle stelle. Al tramonto del primo tempo arriva la svolta del match. Il tacco di Qasem finisce sul braccio largo di Baldanzi che inizialmente sembrava aver colpito con la spalla, ma il Var richiama l’arbitro al monitor. Revisione brevissima (proposta soltanto una inquadratura) e calcio rigore per gli svedesi. Dal dischetto Baidoo spiazza Svilar e regala il vantaggio ai padroni di casa. (…) Lo scrive il Tempo.