Nicolas Burdisso, difensore del Genoa con un passato alla Roma, ha rilasciato un’intervista nella quale ha parlato anche della sua esperienza giallorossa:
De Rossi l’hai definito ‘troppo buono’. Che giocatore hai conosciuto a Roma? Che giudizio dai anche della persona?
“Troppo buono era inteso nel senso che Daniele spesso pensa troppo agli altri prima che a sé stesso. Fa sue magari problematiche che sono di altri: e questa è una cosa bella, ma dovrebbe anche pensare a stare bene lui. Daniele è un buono, uno generoso, che ha dato tantissimo alla Roma. Di lui, ma anche di Francesco, ho sempre parlato bene, poi magari possiamo avere visioni differenti su piccole cose, ma io penso di avere un rapporto grandioso. Poi se mi chiedono qualcosa sulla carriera di ognuno, io da sportivo rispondo dicendo la mia, senza voler fare polemica (a Roma lo sanno) o per pregiudizi. Parlo solo per dire la mia opinione e non con una cassetta registrata in bocca. Devo dire solo che è bello vedere come nel calcio moderno ci siano ancora due simboli come Francesco e Daniele“.
Abbiamo l’esempio di Totti, ma recentemente è tornato in campo addirittura Veron a 42 anni suonati. Secondo te cosa spinge questi grandi giocatori a non staccare con il calcio giocato? Il sentirsi sempre e comunque realizzati dentro un rettangolo di gioco? la difficoltà nel vedersi in altri panni? Se il fisico ti sorreggerà, lo faresti anche tu o hai già stabilito indicativamente una data?
“Non ho stabilito alcuna data, perché come ti dicevo mi sento benissimo e ho fatto 18 presenze su 18 partite dal Genoa in campionato (più 2 in coppa Italia). Negli ultimi anni di carriera un giocatore inizia a pensare partita dopo partita e non anno dopo anno. Io ho tantissima voglia di giocare e penso che l’importante è trovare le giuste motivazioni quando uno scende in campo, divertirsi e sentirsi utili. Quando uno non sente queste cose è giusto fare un passo indietro: questo non mi spaventa. Sono preparata per il dopo. Francesco e Veron se sono ancora in campo è perché credono di essere ancora utili alle proprie squadre, io credo che nasca tutto da lì. E poi nello specifico stiamo parlando di due giocatori, per i quali la sola presenza in campo aiuta tanto i compagni. Il carisma che si portano appresso va oltre la qualità calcistica: stiamo parlando di casi eccezionali”
Fonte: laroma24.it