CORRIERE DELLO SPORT – R. MAIDA – Certe scene raccontano l’unicità di Roma.
E’ metà pomeriggio, c’è ressa davanti al gate B2 di Fiumicino. Il solito pulviscolo di tifosi accompagna il corpo celeste Francesco Totti all’imbarco, tra richieste di autografi e foto. A un certo punto spunta un dipendente dell’aeroporto e urla: «Ciao Francesco, ricordati: sempre forza Lazio!» . Totti sorride e tira dritto. E a chi gli chiede come si senta dopo l’infortunio muscolare che gli ha tolto Roma-Genoa, risponde scuotendo la mano: così così. Ma non è vero: ha la forza e la voglia di spaccare il mondo, in uno stadio dove in carriera ha già beccato molti applausi.
IL VIAGGIO – Totti è di buon umore e trasmette sicurezza, come il resto della comitiva che sbarcherà a Milano all’ora dell’ happy hour . In volo il capitano scherza con Heinze e Osvaldo, mentre Luis Enrique ripassa gli appunti di italiano per non pensare al Milan, Sabatini legge i giornali, Marquinho si confronta con De Rossi. Il più serio di tutti è Simon Kjaer, che si distrae con le cuffiette della musica: la sua testa è già a San Siro, dove dovrà impedire a Ibrahimovic di colpire duro.
L’ATMOSFERA – Il gruppo ha davvero la sensazione di essere al momento cruciale del campionato. Vincendo, potrebbe inseguire concretamente la Champions League. E darebbe un segnale di forza di cui a Trigoria hanno bisogno. I giocatori ne hanno parlato tra loro, anche stimolati dall’allenatore che senza presunzione ha assicurato di avere le risorse per battere il Milan: proviamoci. Ecco, la squadra adesso dà l’idea di credere tantissimo nella possibilità di fare un’impresa a San Siro. Tre settimane fa, dopo il derby, la Roma si sarebbe presentata in campo con l’atteggiamento della vittima designata. Oggi invece no, una speranza e una convinzione di base esistono.[…]
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