IL TEMPO – A. AUSTINI – La Roma salta all’indietro e atterra nel mucchio dei suoi difetti. Sembravano scomparsi e invece rieccoli lì, spiattellati davanti alla faccia di Luis Enrique e dei dirigenti. A Torino si è rivista una squadra fragile, slegata tra i reparti, con una difesa abbandonata a se stessa, un centrocampo lento e tre attaccanti ingabbiati. Così il secondo obiettivo stagionale se n’è andato insieme all’ennesimo esame di maturità fallito: i giallorossi non hanno battuto nessuna delle prime cinque squadre nell’attuale classifica e un motivo ci sarà. Luis Enrique, diplomatico e tenero nell’analisi del post-partita, ritroverà oggi la squadra dopo il giorno di riposo concesso. Serve una scossa per ripartire di slancio: il calendario prevede cinque partite in quattordici giorni, compreso il recupero dei 25’minuti finali di Catania il 7 febbraio alle 20.45.
Difficile e pericoloso sbilanciarsi con questa squadra ma di sicuro c’è una Roma che ancora non funziona e ha i volti tristi di Kjaer, Josè Angel e Bojan. Loro tre, insieme a Simplicio, erano i cambi in formazione rispetto al 5-1 di Cesena. Il danese è il meno fortunato e sta pagando ogni errore a caro prezzo. Dal rigore causato nel derby, all’infortunio fatale a Udine mentre rincorreva Di Natale, fino alla «sbandata» di Torino nell’azione del primo gol e il salvataggio disperato che si trasforma in autorete. «È stata dura per me – ha provato a difendersi il danese – ma non potevo fare altro». Tutti a Trigoria, da Sabatini al tecnico, continuano a considerarlo un ottimo difensore e lo confermano dopo aver rivisto e analizzato la partita con la Juventus attraverso le riprese dall’alto registrate dagli «007» di Luis Enrique.
Nella Roma c’è chi pensa che Kjaer sia addirittura potenzialmente il migliore tra i centrali a disposizione, ma al tempo stesso riconosce come stia rischiando seriamente di bruciarsi in una piazza che non perdona. Chiedere a Loria e Ferrari… Ecco perché prima di riscattarlo dal Wolfsburg, con altri 7 milioni (più bonus) dopo i 3 già spesi per il prestito, la società ci si penserà mille volte. Per Josè Angel, invece, la frittata ormai è fatta. Pagato 4,5 milioni più bonus, le sue prestazioni dicono che quantomeno non è stato un affare. Impacciato in difesa, timido in fase di spinta, non si è mai ripreso dall’espulsione con il Cagliari. Luis Enrique, che l’ha voluto fortemente, ora gli preferisce Taddei. Per quanto? Le pile del brasiliano sono in via di esaurimento e tutti i limiti di un terzino adattato come lui stanno saltando fuori. Ma le alternative in rosa scarseggiano. Impossibile, poi, non pensare all’assenza di De Rossi: Gago sta facendo del suo meglio, ma non si può chiedergli lo stesso lavoro difensivo. «Capitan futuro» non tornerà in campo prima della sfida con l’Inter del 4 febbraio:lui scalpita, i medici lo frenano. Un’assenza che pesa come quella di Osvaldo.
Senza di lui i gol dovrebbero arrivare da Bojan ma lo spagnolo si è inceppato. Altro acquisto voluto dall’allenatore e, al momento, rivelatosi un flop. Le sue qualità si sono intraviste, la personalità mai. Quella che non manca a Lamela. Dopo la lite di Udine con Osvaldo, a Torino ha rimediato la prima espulsione da romanista (la sesta stagionale della squadra) che non dovrebbe però costargli anche una multa. Sabatini e Baldini, che si sono aiutati con le immagini dall’alto per analizzare l’episodio, ci parleranno oggi, senza calcare la mano. Un gioiello così va maneggiato con cura.
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