Dazn cambierà la televisione, almeno per come la conosciamo, lo ha spiegato Veronica Diquattro, una manager di 37 anni abituata a stravolgerci la vita. Ha lavorato a Google, ha portato Spotify in Italia e adesso è a Dazn. Queste le sue parole alla Gazzetta dello Sport:
Prima di parlare di rivoluzione, però, vorremmo partire da un argomento più terra terra. Il prezzo. Non è che i tifosi avranno un salasso?
«No, chi ama il calcio può stare tranquillo. Non possiamo dare ancora una cifra precisa, ma certamente rifletterà la nostra filosofia: essere il più accessibili possibile. Sarà meno di quello che si spende oggi».
Possiamo dire noi che saremo intorno ai 30/35 euro al mese senza sbagliare di tanto?
«Se lo dite voi…».
Si potranno comprare solo singole partite?
«No, soltanto abbonamenti a tutto il pacchetto. Che comprende non solo la Serie A, ma tutta la nostra offerta sportiva: Liga, Ligue 1, Nfl, moto, rugby. E non ci vogliamo fermare, l’obiettivo è crescere e allargare il prodotto».
In futuro parlare di tv sarà riduttivo?
«Certo. Ormai il contenuto non è più costretto dalla modalità di trasmissione o dalla programmazione. Ma verrà offerto in base alle preferenze personali. Perché il vero valore dello streaming è il feedback , la risposta che noi abbiamo e che ci fa capire che cosa piace».
Siamo abituati, insieme alle partite, ad avere i programmi di approfondimento. Avrete anche voi i collegamenti dallo studio e…
«Alt. È chiaro che anche noi evolveremo e creeremo momenti informativi sempre più ricchi. Ma sapendo che il nostro studio è lo stadio. In questi anni lo abbiamo dimostrato. Ci piace offrire agli abbonati la sensazione di essere in contatto con l’azione. Dentro le emozioni. E proseguiremo così. Abbiamo una grande responsabilità, vogliamo raccontare la serie A nel modo migliore. Ci sarà un “luogo Dazn”, ma sempre con un linguaggio fresco e giovane. Sicuramente non lo chiameremo mai studio».
Sky ha ipotizzato che l’accordo tra voi e Tim violasse la concorrenza.
«La nostra offerta prescindeva da Tim, non c’era nessuna offerta congiunta. In realtà, fin dal giorno uno, loro sono stati nostri partner tecnologici e di distribuzione».
Il ministro Colao ha lanciato un allarme sull’arretratezza tecnologica in Italia.
«Crediamo che la nostra offerta possa aiutare questo cammino verso standard più europei. Comunque stiamo pensando anche a un canale sul digitale terrestre per chi dovesse avere problemi di connettività».
Quali obiettivi avete per il prossimo triennio?
«Siamo grati alla Lega Calcio e alle società che hanno riconosciuto e apprezzato il lavoro che abbiamo svolto in questi anni. È stato un impegno tecnologico e editoriale. Adesso il nostro sogno è tornare ai tempi d’oro del calcio italiano».