In un’intervista rilasciata al portale goal.com, l’ex campione giallorosso Vincent Candela ha parlato della sua nazionale, la Francia, dell’Italia e ovviamente della Roma. Ecco le sue parole sulla squadra di Garcia:
Serie A già decisa: lo Scudetto alla Juve?
“Penso proprio di sì, io lo avevo detto già 4 mesi fa, dopo l’incredibile record di vittorie che aveva fatto la Roma di Garcia, la Juve era sempre lì ad un passo e sapevo che i giallorossi avrebbero rallentato prima o poi. In realtà non stanno facendo male, ma la Juve le vince tutte, così è davvero dura starle dietro. Rispetto ai bianconeri alla Roma in questo momento manca un Batistuta, come avevamo noi nel 2001”.
Il secondo posto per la Roma però sarebbe un gran risultato.
“Certo, sono contento che questa Roma arrivi seconda, finora è stata una stagione fantastica. Dopo due anni deludenti, la società ha lavorato bene e ha creato le basi giuste, sono felice che la Roma torni presto a giocare la Champions League”.
Secondo posto quindi in cassaforte?
“Beh, domenica forse c’è l’ultimo ostacolo. Se la Roma riuscirà a non perdere a Napoli è fatta. E comunque ha un discreto vantaggio e una partita da recuperare, quindi penso che in ogni caso arriverà seconda”.
Contro l’Inter è sembrata un po’ stanca, tu che pensi?
“Sì non l’ho vista bene, non mi è piaciuta, ma può succedere. Garcia ha dovuto fare i conti con tante assenze importanti, soprattutto il capitano Totti. Non c’è niente da fare, Francesco fa ancora la differenza quando è in campo. E’ il giocatore più intelligente della Serie A e anche a 38 anni non sembra in difficoltà contro chi corre sicuramente più di lui…”.
Magari la Roma ha pagato anche l’assenza del pubblico squalificato per i cori discriminatori?
“Guarda, non faccio il politico, ma è una regola assurda, tanto che hanno detto che la cambieranno! Questo non è calcio, non possono pagare tutti per poche persone, non si può impedire agli abbonati di andare allo stadio. E i giocatori sicuramente ne risentono. A me è capitata una sola volta, noi giocavamo sempre per vincere, ma non vedere e soprattutto sentire i tifosi è una sensazione molto strana e ti condiziona…”.
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