Se l’estetica è un concetto soggettivo, la qualità è il cemento armato dei successi. José Mourinho ritrova Dybala e di colpo scioglie le critiche e le perplessità, anche se la Roma è ancora molto lontana dalle fattezze di una squadra perfetta. Abbiamo chiesto a Fabio Capello, ultimo allenatore ad aver vinto lo scudetto da quelle parti, di esprimere un parere sul tema.
Fabio, ha visto Dybala?
Come no. Straordinario. Mi sembra che stia anche ritrovando una buona condizione fisica, perché i dribbling e i cambi di gioco non riescono se non ti senti al top.
E i colpi, poi.
La sua capacità balistica è unica: quando riceve palla Paulo riesce sempre a coordinarsi per calciare subito in porta, con un’efficienza notevole. Cioè: non è che tira tanto per tirare, tira per segnare o comunque per essere pericoloso.
Allora ha ragione Mourinho. Le partite si vincono con i grandi giocatori.
È quello che ripeto da sempre. Quando sento parlare di trame di gioco mi viene da ridere. Puoi essere il miglior direttore d’orchestra del mondo ma se non hai qualche professore nella banda non puoi suonare alla Scala. Eppure il Mondiale in Qatar lo ha dimostrato chiaramente: alla fine vincono i fenomeni, più delle squadre.
Sta dicendo che l’organizzazione di gioco non pesa?
Ma no, certo che conta. Però se tu organizzi un gruppo con uno spartito senza avere la qualità dei singoli, puoi arrivare terzo o quarto ma non vinci. Non puoi competere.
In Serie A quanti professori vede oltre a Dybala?
Eh, non tanti. Leao, Kvara, lo stesso Osimhen che non ha grandi qualità tecniche ma fisicamente è impressionate. Purtroppo in questo senso siamo in ritardo rispetto ad altri campionati.
Scudetto al Napoli?
In questo momento mi pare che non ci sia corsa, anche se chi insegue sta aiutando Spalletti.
Forse alla Juve, ma anche all’Inter, si stanno pentendo di aver perso l’occasione Dybala.
Non entro nel merito, sono scelte. Evidentemente non si fidavano delle condizioni fisiche di Paulo. Non credo che abbiano mollato Dybala perché non ne conoscevano il livello tecnico.
Allora, tornando alla Roma: è proprio come dice Mourinho? Squadra modesta con un grande campione, aspettando Wijnaldum.
No, Mourinho esagera da grande comunicatore qual è. La Roma è una buona squadra, che per una serie di motivi non ha reso ai livelli attesi. Zaniolo continua a soffrire dopo gli infortuni, che sono un freno a mano tirato, perché ha fretta di riemergere. Gli va dato un po’ di tempo. Abraham si sta svegliando ora, dopo un periodo di appannamento.
Chi resta fuori dalla lotta Champions?
Ah, è una vera bagarre. Sono tutte in corsa, anche l’Atalanta che ha un manico di livello. Gasperini ha rigenerato il gruppo trovando soluzioni diverse.