Nel giorno del decimo anniversario del terzo scudetto della Roma è intervenuto ai microfoni di Sky Sport uno dei principali artefici di quella straordinaria stagione, Fabio Capello. Queste le sue parole: “Bei momenti, bei ricordi, la preoccupazione dell’invasione di campo anticipata da parte dei tifosi della Roma, il timore di perdere a tavolino. Poi la grande soddisfazione della vittoria finale dello scudetto meritatissimo. E’ stata una cavalcata lunghissima che ci ha visti sempre protagonisti, poi l’anno dopo tutta la strada dal raccordo anulare a Trigoria era colorata di giallorosso, questo mi è rimato impresso. Un’altra immagine che mi è rimasta, non molto positiva, è che non abbiamo festeggiato la sera stessa, quella sera eravamo dispersi per Roma, io sono andato a trovare Montella, Batistuta…questa è stata una cosa che mi è dispiaciuta perché sarebbe stato bello stare tutti insieme. Il giorno dopo è stato il mio compleanno, mi sono fatto un bel regalo. La mia gestione di Montella? Non era tanto che partiva dalla panchina ma che veniva sostituito, quando si ha abbondanza di giocatori, di attaccanti bisogna fare delle scelte ma i giocatori sono egoisti, non ragionano da allenatori, anche i tifosi vorrebbero vedere 5 attaccanti. Montella in quel periodo ha capito anche se era dispiaciuto. E’ molto difficile vincere lo scudetto a Roma perché si vince e ci si deprime molto velocemente, le vittorie ti possono mandare fuori giri, poi se perdi vengono i tifosi a Trigoria che ti vengono a contestare. Baldini ha scelto il 17 giugno a caso per far nascere la nuova Roma? Abbiamo un rapporto buonissimo io e Franco perchè è una persona molto capace, molto preparata, conosce tante persone del mondo del calcio. Parla perfettamente l’inglese e lo spagnolo, non ha bisogno di interpreti per condurre trattative, è sempre molto bene introdotto e attento a tutto quello che succede”.