GAZZETTA DELLO SPORT – M. CECCHINI – Il messaggio che giunge dal ventre di Trigoria è chiaro: la gestione di De Rossi per la dirigenza è diventata un problema. Non a caso, nel vertice andato in scena ieri, a Zeman è stato chiesto conto del rapporto con il centrocampista azzurro, escluso ieri per la sesta volta dal boemo dalla formazione titolare. Non solo. Bocciato pubblicamente nel ruolo di regista a beneficio di Tachtsidis (oppure solo in presenza di Pjanic), De Rossi è stato criticato da Zeman anche come interno, visto che Bradley gli è preferito per via di una maggiore mobilità. […]
Ruggine De Rossi – In questi mesi non ha mai detto una sola parola sull’argomento, ma dal suo entourage trapela chiara la delusione, sottolineando come Zeman sia arrivato alla Roma prevenuto nei confronti del giocatore, non facendo così mai decollare il rapporto. Da Trigoria sorridono amaro, facendo notare come i centrocampisti schierati a Catania — ovvero Tachtsidis, Florenzi e Bradley — a giugno avevano finito o la Serie B oppure una buona stagione nel Chievo, mentre De Rossi giocava da protagonista l’Europeo. Non a caso l’a.d. Fenucci ieri ha detto: «È uno dei migliori centrocampisti del mondo e ha il contratto che si è meritato in relazione al suo valore, ma rispettiamo le decisioni di Zeman»,
Balzaretti, Marquinho & Zago – Per ora, perciò, il boemo avrà ancora carta bianca, ma cresceranno i supporti, forse neppure troppo graditi. Il primo è quello di Zago, che farà da collante con lo spogliatoio e soprattutto con i brasiliani, visto che uno dei rilievi che si fa al tecnico è quello dello scarso dialogo. Detto che anche la gestione di Stekelenburg (in panchina per Goicoechea) non ha convinto la dirigenza (che ieri ha avuto un colloquio anche con due leader come Burdisso e Bradley) e che Balzaretti è in dubbio, oggi si proverà a sminare anche il caso Marquinho, che domenica si è arrabbiato con Cangelosi, vice di Zeman, dopo la sostituzione.