Una squalifica che fa acqua da tutte le parti. Poco fa l’avvocato del Napoli Mattia Grassani ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla discutibile squalifica di Kevin Strootman.
“Non compete al giudice sportivo scendere nel dettaglio di valutare l’intensità del rapporto causa-effetto – ha detto ai microfoni di Rete Sport -. Se la strattonata c’è e vogliamo capirne l’entità, non ne usciamo più fuori. Il punto è: la prova televisiva è nata come spirito del legislatore sportivo lì dove non ci sono stati comportamenti che hanno indotto l’arbitro in errore. Qui il contatto c’è ed è stato squalificato, quindi sostenere che la caduta non fa parte di quel contatto significa incamminarsi in un percorso molto pericoloso. La Corte Sportiva di Appello, dove la Roma ha fatto ricorso, dovrà mettere i paletti lì dove il giudice sportivo può o meno intervenire”.
E ancora: “La decisione non mi convince. Ci saranno sicuramente persone che non la pensano come me, ma in base a quello che ho appena ricordato, è una decisione oltre le righe. Sull’esito la Roma ha appena pre-annunciato il ricorso e le motivazioni faranno la differenza. I margini per ottenere l’accoglimento ci sono e non potrà essere una riduzione, o nulla o due. La riduzione non esiste quando la minima è di due giornate, per la prova televisiva”.
Su Lulic, invece, ha aggiunto: “A livello di giustizia sportiva c’è un ritardo di competenze. Il giudice sportivo non può decidere su comportamenti esterni al campo, deve decidere sui rapporti dei giudici di gara in gioco. Se questi comportamenti avvengono dopo, parte il percorso della Procura Federale. Il fatto che Lulic giochi domenica è frutto proprio da questo ritardo di competenze. Credo che la Procura valuterà velocemente le dichiarazioni del giocatore. A quel punto se riterrà poco probante archivierà, ed è poco probabile, altrimenti deferirà. La palla passerà al Tribunale Federale Nazionale che dovrà dirimere il punto fondamentale: bisognerà quindi valutarne la squalifica che potrebbe essere molto lunga. Da sempre funziona così”.
Grassani conclude richiamando alla mente un precedente. “Non credo che gli organi di giustizia sportiva prendano iniziative sulla base delle pressioni. Di fatto questo tipo di segnalazione non è frutto di questo. Adesso siamo al secondo ed ultimo grado che sarà importante anche per il futuro per evitare errori procedurale come il caso Zalayeta: là dove non sia chiara l’esclusione del rapporto causa-effetto non può essere utilizzata la prova tv”.