GAZZETTA DELLO SPORT – C. LAUDISA – La grande novità è che le due stelle del Sub 20 sono già italiane. Il miglior giocatore del torneo è Juan Fernando Quintero, leader dei campioni della Colombia e rivelazione del Pescara, è ormai nel mirino di Inter e Milan. In estate Delli Carri ha avuto il fiuto di bloccarlo quando costava solo 1,7 milioni: ora ne vale più di 10.
Invece il capo-cannoniere è l’uruguaiano Nico Lopez, grande speranza della Roma. Quindi entrambi hanno conosciuto la vetrina della serie A ancor prima di diventare famosi nella kermesse biennale che attira i maggiori club del pianeta. La rassegna sudamericana dei migliori giovani sudamericani da sempre esalta talenti costosissimi. O addirittura inarrivabili.
Tanto per andare indietro di qualche anno basta fare i nomi di Pato, Cavani, Di Maria, Lucas e Neymar per capire quanto sia difficile districarsi tra la danarosa concorrenza a fuochi ormai sparati. Invece l’ultima edizione dimostra che i nostri club hanno saputo anticipare i tempi, andando a pescare il meglio su mercati ancora abbordabili.
Il caso della Colombia è esemplare. Lì fioriscono germogli ad ogni angolo: Muriel, Ibarbo e Armero sono i battistrada di una generazione ancora tutta da scoprire. E ora anche la Lazio ha scommesso su Bryan Perea, pure lui emerso al Sub 20.
Anche in Uruguay è possibile ancora fare affari a prezzi umani. Se l’anno scorso il d.s. giallorosso Sabatini fece il colpaccio con Lopez, adesso l’Inter s’è accaparrata Diego Laxalta ad un prezzo intorno ai 3,5 milioni di euro. La coincidenza vuole che stavolta hanno fatto cilecca i vivai sudamericani più in vista. Argentina e Brasile hanno fallito l’obiettivo qualificazione, nonostante i pronostici ampiamente a favore. Un doppio passo falso che rallenta l’impennata di certe quotazioni già superiori ai 10 milioni. Comunque nel mezzo c’è spazio per qualche altra opportunità interessante.
Ad esempio la Juve ha scandagliato il fronte brasiliano in questi messi, bloccando il difensore Doria e il promettentissimo Mattheus, figlio di Bebeto. Senza trascurare Cevallos, stellina dell’Ecuador. Tutti investimenti senza pazzie, nel solco di una tendenza sempre più accentuata. Del resto non c’erano alternative per tener testa ai rivali esteri. La globalizzazione obbliga a cercare le nuove opportunità senza titubanze. E gli ultimi mesi ci consegnano risultati incoraggianti. Ma con un’avvertenza: guai a farsi prendere dalle mode. In una serie A che valorizza sempre più i giovani è bene diversificare. Senza dimenticare mai le gemme del nostro inesauribile vivaio. Sarebbe miope innamorarsi solo dei mercati esotici. E’ un errore commesso in passato, purtroppo. E le esperienze vanno messe a frutto.