Cella e Cellino, caos

Cella e Cellino, caos

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cellinoIL ROMANISTA – G. DELL’ARTRI – Nel giorno in cui il presidente del Cagliari Massimo Cellino, e con lui anche il Sindaco e l’assessore allo sport del comune di Quartu, vengono arrestati con le accuse di peculato e falso ideologico nell’inchiesta sui lavori dello stadio di Is Arenas, il Tar della Sardegna accoglie il ricorso del Cagliari contro il rinvio, deciso dal prefetto Giovanni Balsamo, della partita che si sarebbe dovuta svolgere proprio allo stadio Is Arenas lo scorso 23 settembre contro la Roma. Infatti, a cominciare da quelli in assoluto meno importanti ma che interessano più da vicino i tifosi romanisti.
Alla vigilia di quella partita che è diventata una vera telenovela, il prefetto aveva deciso di spostare a data da destinarsi lo svolgimento della gara. Il motivo? L’appello con cui Cellino aveva invitato i tifosi rossoblù ad andare allo stadio nonostante fosse stata disposta la disputa della gara a porte chiuse. Risultato, niente partita e decisione del giudice sportivo che assegnava la vittoria a tavolino alla Roma. Decisione poi confermata in secondo grado. Cellino però ha fatto ricorso al Tar contro la decisione del Prefetto che lo ha accolto perché il decreto fu emanato la sera del 22 settembre nonostante l’assenza dei rappresentati di Provincia, Coni, nonché dei sindaci di Cagliari e Quartu Sant’Elena.
E adesso? La sentenza depositata ieri non ha effetti immediati sulla decisione della giustizia sportiva e quindi non significa necessariamente che la partita con la Roma venga recuperata e il 3-0 a tavolino cancellato. Il prefetto può infatti fare ricorso al Consiglio di Stato che può ribaltare questa sentenza. Ma di certo la situazione si è fatta ancora più ingarbugliata di quanto non lo fosse già. Anche il presidente della Lega Beretta, non ha voluto fare previsioni: «Non posso dire nulla, è troppo presto e la situazione è troppo complicata per fare previsioni al momento attuale».

La calda giornata di San Valentino ieri a Cagliari era iniziata ben prima della sentenza del Tar, con fatti ben più importanti, con l’arresto cioè di Cellino, del sindaco di Quartu, Mauro Contini e l’assessore allo sport dello stesso comune, Stefano Lilliu. Le misure cautelari, firmate dal gip di Cagliari su richiesta del pm Enrico Lussu, titolare dell’inchiesta sullo stadio di Is Arenas, sono state eseguite all’alba dal nucleo regionale di polizia giudiziaria del Corpo forestale.
I tre dopo l’arresto sono stati portati nella sede del Corpo Forestale, per poi essere trasferiti nel carcere  Buoncammino con le accuse di peculato e falso ideologico. Contini ha accusato un malore ed è stato ricoverato nel reparto di cardiologia dell’ospedale Brotzu di Cagliari. L’inchiesta aveva già portato in carcere lo scorso novembre due dirigenti del Comune di Quartu ed era iniziata in seguito ad alcuni esposti presentati dalle associazioni ambientaliste contro la realizzazione dello stadio su un’area sottoposta a vincolo. Da documenti sequestrati, al vaglio della Procura della Repubblica, sarebbero emerse irregolarità, e sarebbe venuta alla luce l’ipotesi di utilizzo di soldi pubblici, da qui i nuovi provvedimenti scattati ieri.
Il motivo dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip Giampaolo Casula (per il quale Cellino ha «spiccate capacità delinquenziali, è capace di qualsiasi genere di sotterfugi pur di raggiungere i propri scopi») è invece da ricercare nel pericolo di inquinamento probatorio  per Cellino, Contini e Lilliu, visto che, come si legge nell’ordinanza, «Una misura meno afflittiva, tenuto conto che gli indagati verrebbero a conoscenza delle intercettazioni telefoniche e ambientali in atto, non sarebbe una adeguata garanzia».
Contini e Cellino, inoltre, avrebbero effettuato pressioni e sollecitazioni sul dirigente del comune di Quartu, Pierpaolo Gessa. E’ lo stesso dirigente comunale a riferirlo durante un interrogatorio del 5 dicembre scorso, asserendo di aver ricevuto anche telefonate nel cuore della notte da Cellino che lo avrebbe minacciato («me l’avrebbe fatta pagare personalmente») se non fossero arrivate le recinzioni previste per lo stadio di Is Arenas.

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