CORRIERE DELLA SERA – Un week-end di lavoro. È questo che aspetta i legali che si stanno occupando, ormai da mesi, della cessione della As Roma. Come parziale consolazione— oltre alle parcelle— c’è il fatto che al 99%sarà l’ultimo prima di una meritata vacanza. Come spesso capita a Roma, ieri si sono susseguite moltissime voci incontrollate. La prima è che Thomas R. DiBenedetto— senior, non il figlio occupato a Reggio Emilia dagli allenamenti con la sua squadra di baseball— fosse sbarcato a Roma da Boston e già alloggiato in un hotel di via Veneto. Falso allarme, perché DiBenedetto arriverà probabilmente lunedì. La sua presenza, però, è un falso problema: il contratto di vendita potrebbe essere completato anche con le parti separate dall’oceano. Così non avverrà, perché per ragioni di immagine è necessaria una presentazione in grande stile, ma la trattativa è in dirittura d’arrivo e si stanno limando solo gli ultimi dettagli. Tra lunedì e martedì, con un lavoro a oltranza, dovrebbe essere tutto pronto. Mercoledì prossimo potrebbe essere il giorno dell’ufficialità, ma fare previsioni — visto che stiamo parlando di ore— è più un gioco per i tifosi che per le parti in causa.
Dopo le firme ci saranno comunque altri step da ottemperare: la convocazione di un’assemblea del Consiglio di amministrazione di Roma 2000 non prima di 30 giorni dalle firme; il via libera da parte dell’Antitrust e della Consob; l’effettivo passaggio di mano del 67%delle azioni dell’As Roma (il 60%finirà tra le mani degli americani mentre il 40%rimarrà a UniCredit che ne girerà il 20%a un socio italiano). Valore complessivo dell’operazione Usa: 77 milioni di euro per l’acquisizione anche del marchio e del centro sportivo di Trigoria. Poi sarà il momento dell’Opa per il restante 33%della società sul mercato azionario, assicurando ai piccoli azionisti il medesimo trattamento riservato ai soci principali. Sono già in programma due ricapitalizzazioni, in tempi non lunghi. La prima intorno ai 45 milioni di euro, eseguita al momento dell’ingresso in società. La seconda di poco inferiore per garantire la necessaria liquidità. A tutti questi soldi vanno aggiunti quelli destinati al calciomercato, cioè quelli che interessano di più ai tifosi. Nomi se fanno tanti, anche troppi. Quello più serio è quello di Buffon. Il sogno è agganciare Pastore o Sanchez, che è da sempre un pallino di Daniele Pradè. Dell’Udinese interessano anche Inler e Isla, ma questo non è certo il momento migliore per comperare dall’Udinese: i prezzi sono saliti alle stelle, anche se la Roma si è informata. Al contrario non bisognerà vendere — né Menez, né Vucinic, né altri— a prezzi di saldo. Menez, per esempio, per la Roma vale 25 milioni. Se davvero piace a Juve, Napoli o Arsenal, questo è il prezzo. Allo stesso modo ci sono tanti nomi per la panchina— Ancelotti, Villas Boas, Capello —, ma la realtà è che Vincenzo Montella sta conquistando tutti attraverso il suo lavoro. E non è vero che può conservare il posto solo arrivando quarto. Aveva preso una squadra allo sbando, la sta facendo rinascere.