LA STAMPA – M. NEROZZI – Di solito si arretra sul campo quando avanza l’età, e così farà anche Daniele De Rossi, costretto però a offrire un trailer, domani a Danzica, nell’esordio europeo dell’Italia: «Giocherò dove dirà il mister, come ho sempre fatto, e al 99,9 per cento sarò il difensore centrale. Anche se non è proprio esatto: farò il collante tra difesa e centrocampo». Bonucci, De Rossi, Chiellini, la trincea dell’Italia per ragioni d’ufficio, anzi, d’infermeria: il crack di Barzagli, che resterà qui, sperando di recuperarlo per il terzo round, contro l’Irlanda. Davanti ai migliori del mondo: «Nella Spagna è difficile trovarne uno che non sia bravo, sono così forti ed entusiasmanti che mi diverto, a guardarli. Un centrocampo che non s’è mai visto, con una concentrazione di talenti: Xavi è quello che m’ha fatto innamorare».
Cesare Prandelli non ha neppure avuto bisogno di comunicargli il cambio di mestiere: «L’ha provato a Coverciano. Mi ha solo detto: “Daniele, mettiti in mezzo”. Giorno dopo giorno è diventata quasi una certezza. Abbiamo difensori bravi e affidabili, ma credo che il mister voglia un centrocampista, lì: negli anni ha costruito la squadra per costruire, non per distruggere». Questione di fiducia, anche: lo farebbe giocare ovunque. Zeman quasi da nessuna parte: «Ha detto che non mi vede né difensore né regista: giocherò da un’altra parte, se mi farà giocare». È l’unico tackle, perché irritato lo è, in una mattina in cui mostra buon umore e ironia: «Buffon darebbe due-tre anni di vita per l’Europeo? Io tutto quello che ho vinto con la Roma negli ultimi due anni». Riesce a ridere pure quando gli ricordano il campionario degli errori. E dopo un po’, riprende: «Aspetta un attimo, adesso che ci ripenso con la Nazionale di errore grosso ne ho fatto uno solo (la gomitata al Mondiale 2006, ndr)». Sarà lo scudo davanti a Buffon, ma non per le polemiche, se l’esperimento andasse male: «Prandelli sa che sono un centrocampista racconta con onestà -, ma se sbaglio non è che dico: “Colpa del mister che mi ha messo lì”.
Troppo comoda: se giochi bene sei un dio, sennò è colpa dell’allenatore, perché sei fuori ruolo». Anzi, s’è già programmato: «Guardate che io entrerò in campo con la testa per essere il miglior difensore del mondo». Chissà che poi non lo diventerà, «e forse tra qualche anno lo direte». Già adesso non si considera un apprendista: «È un modulo diverso, certo, ma è simile a quando giocavo regista con la Roma: spesso mi abbassavo sulla linea dei difensori. Basta avere dei compagni che ti aiutano: li avevo nella Roma e li ho qui. Giocatori che hanno fatto questo modulo per un anno intero». Bonucci e Chiellini, che infatti gli hanno dato consigli fin dal primo giorno. E pure Barzagli, che l’ha incoraggiato: Daniele farà una gran partita. «Sono fiducioso – continua il romanista – e penso che l’organizzazione farà la differenza».
Gioca in difesa anche per quelli coinvolti nelle inchieste del Calcioscommesse: «Io sono convinto che chi è qui non c’entri, e che molti di quelli che sono coinvolti non c’entrano. Poi qualcuno ci sarà, perché penso non s’inventino avvisi di garanzia e arresti». Tutta roba da cancellare, ora: «Un po’ di faccende che una volta qui vanno dimenticate, perché chi gioca non c’entra niente con quello che è successo». Va all’attacco solo con Michel Platini, nel caso un giocatore abbandoni il campo per aver ricevuto insulti razzisti: «Dare il cartellino giallo mi sembra esagerato». Se ne va con il sorriso di com’era arrivato: «Io non conto niente, ma penso che farmi giocare centrale sia una soluzione valida. Giochiamo per vincere, anche se è la Spagna, con la quale ci hanno perso tutti: ma noi entriamo per giocare a pallone».
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