IL ROMANISTA – D. GALLI – Arrivederci Away. Oggi il Viminale sospenderà il lasciapassare romanista per le trasferte, il passaporto per la normalità, l’escamotage per ritornare a cantare la Roma lontano dall’Olimpico. Andranno ringraziati quei teppisti – quindici, venti forse – che il 14 aprile scorso, giorno di Torino-Roma, giorno del debutto della Away, pensarono bene di presentarsi con i coltelli alle spalle di un ritrovo storico dei tifosi granata. Andranno ringraziati però anche altri teppisti.
Quelli che qualcosa hanno fatto, senza entrare per opportunità nello specifico, nel settore ospiti del Franchi di Firenze e in quello di San Siro, col Milan. Oggi alle 17 il Centro Nazionale di Informazione sulle Manifestazioni Sportive, il CNIMS, si riunirà per adottare un provvedimento grave. Che suona come una bocciatura per le tifoserie, ma anche – o soprattutto? – per le società di calcio. Le prime – al plurale: non solo quella romanista – pagano atti di violenza in qualche caso messi mediaticamente in risalto.
Come l’aggressione ai tifosi del Toro, amplificata e sbattuta in prima pagina, come spesso succede quando di mezzo ci sono dei romani. Le seconde, le società, pagano invece un’assenza. Una mancanza. Un atteggiamento semigeneralizzato di menefreghismo nei confronti delle tifoserie stesse. Ed è questa la cosa che più fa infuriare i dirigenti del Viminale. La Roma è un modello, si è detto, si è scritto più volte, eppure anche la Roma non ha ancora realizzato quello che il CNIMS considera da anni un punto fondamentale del proprio “programma”: non esiste un dipartimento del tifo. C’è uno sportello del tifoso, ok, si chiama “Centro Servizi AS Roma”. Ma non è la stessa cosa. I ragazzi che lavorano infatti nella Palazzina Ruggeri, esattamente alle spalle del Bar del Tennis, danno spiegazioni, vendono biglietti. Il dipartimento pensato dal CNIMS è un’altra roba. È molto più profonda, è un legame ombelicale con la Curva, sono steward che in trasferta forniscono assistenza, è una struttura del club che dialoga costantemente con la tifoseria. Con la Curva. Il problema, serio, serissimo, è che persino un club che si è dato tanto da fare nei rapporti con quel mondo rischia adesso di vedere vanificato ogni sforzo.
Il mondo ultras giallorosso accusa la società di non averlo nemmeno ascoltato nel processo di realizzazione del nuovo stemma. Le conseguenze si ripercuoteranno sulla stagione. Questo non è quello che scrive un giornale, ma quello che scriverà oggi il CNIMS. Il messaggio sarà: stop – è necessario, avvertono al Viminale – alle carte per andare in trasferta fino a quando i club non saranno in grado di parlare veramente con le proprie curve. Da oggi potranno tornare a macinare chilometri solo i titolari di tessera del tifoso. C’è chi comunque si prepara alla battaglia, legale ovviamente. MyRoma, l’azionariato popolare giallorosso, ha preannunciato una class action qualora venisse sospesa la Away. Eppure la sospensione non è una causa, è l’effetto di un problema maggiore, dicono al Viminale.