CORRIERE DELLO SPORT – Confessioni di un brasiliano che aveva perso la misura: «A Roma mi sono fatto un tatuaggio da ubriaco». A parlare è Cicinho, ex terzino giallorosso arrivato nella Capitale sotto forma (e compenso) di stella e sprofondato nella crisi più nera. Cicero Joao de Cezare, un passato – molto passato – glorioso al San Paolo, un posto andato nella Seleçao e una carriera in declino dal Real Madrid in poi, stava affogando in un mare di alcol: «Un giorno ero davvero tanto ubriaco e triste e chiamai un tatuatore. Ho visto il film “Una Notte da Leoni” e un po’ somiglia ad alcune mie esperienze. Quando si beve, non si fanno cose giuste. Ho provato dolore mentre mi facevano il tatuaggio, ma è stato un dolore che mi è piaciuto, mica per masochismo», ha raccontato l’esterno al portale brasiliano Globoesporte.com.
In estate ha lasciato Roma ed è tornato in Brasile, allo Sport Recife: «Andavo a Trigoria, mi allenavo ma sapevo che la domenica non avrei giocato. E allora quando arrivavo a casa bevevo molto, fumavo. Bevevo intere casse di birra e altri tipo di alcol, da solo o insieme a falsi amici», aveva già dichiarato qualche tempo fa.