Cinque volte Roma

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IL MESSAGGERO – Francesco Totti si prende tutto per sé il derby di ritorno, il quinto consecutivo vinto dalla Roma. La sua firma su punizione a metà ripresa. Ripetuta, per lasciare meglio il segno visto che non timbrava in questa sfida dall’ottobre 2005, su rigore anche nel recupero per il 2 a 0 alla Lazio che perde, oltre la partita, la testa, finendo in nove uomini. Ora Reja si deve chiedere perché. L’unico rimpianto può essere solo l’approccio sbagliato alla gara (l’unica consolazione, invece, i 2 punti in più dei giallorossi in classifica), con evidenti responsabilità dei singoli, fragili di nervi a cominciare dai più celebrati, e del tecnico, frastornato nella lettura tattica del match. Il risultato, giusto per quanto prodotto dai protagonisti, serve però più al terzo incomodo nella corsa alla zona Champions, con l’Udinese che, vincendo a Cagliari, sorpassa i biancocelesti in classifica e si sistema al quarto posto.
Il derby nel nome di Totti, prima doppietta stagionale proprio ritrovando la Lazio mai affrontata in quest’annata, e nel destino di Reja, decima partita a digiuno contro la Roma con 8 sconfitte e 2 pareggi. Ma, sotto la pioggia, il personaggio che fa la differenza rispetto al recente passato è il debuttante Montella, 10 punti in 4 gare per l’imbattibilità in campionato dal giorno della sua promozione il 21 febbraio scorso. L’uomo del record, quaterna da centravanti giallorosso in un derby di 9 anni fa, si presenta con idee semplici e chiare. Gli basta una gara per chiudere l’éra Ranieri, mister quattro su quattro: la sua Roma vince contro la Lazio senza lasciare dubbi a nessuno, nemmeno a Reja che a fine partita accetta la sconfitta come mai aveva fatto nelle tre precedenti (nell’altra, la prima delle cinque, c’era Ballardini).
Montella sembra spregiudicato con Menez a destra e Vucinic a sinistra, quasi un tridente, nel giorno in cui Totti ritorna titolare. L’assetto, il 4-2-3-1 che utilizza dalla sua prima da tecnico a Bologna, è però tanto equilibrato: in fase di non possesso i due esterni d’attacco devono rientrare sotto palla. Linee strette, per la tranquillità dei terzini Burdisso e Riise, non a caso tra i migliori a fine gara. L’argentino costringe alla resa Zarate, il norvegese frena Sculli e appoggia l’azione. Montella, ritrovando la personalità di Pizarro, usa De Rossi per Hernanes che fa le pochissime cose decenti quando emigra sui lati. Per Perrotta, invece, il lavoro sporco: meno incursore e più interditore, in aiuto al compagno in difficoltà.
La Lazio, si vede e non si capisce come mai, ha meno energie della Roma che, martedì a Donetsk, aveva giocato quasi un’ora in dieci uomini. Solo Ledesma emerge nel 4-2-3-1 che non tiene come dovrebbe in quanto a compattezza. Gli altri proprio non lo seguono. Sculli e Zarate non hanno fiato per completare la fatica con i rientri, Hernanes non resiste a lungo nel pressing su Pizarro, Floccari non conserva, a differenza di Totti, i palloni che gli piovono attorno. Nel primo tempo i giallorossi mostrano la loro faccia più rassicurante. Doni blocca un tiro da fuori di Matuzalem: sarà l’unica conclusione nello specchio della porta dei biancocelesti. Pizarro replica, anche lui dalla distanza: traversa. E’ l’inizio, con la Roma già più avanti. Hernanes va al cross di forza che, da sinistra, attraversa l’area e plana a lato. Totti è vivace: imbucata per Menez che affonda in area e chiama Juan davanti alla porta. Destro, ma Ledesma, sostituendosi con il corpo a Muslera, salva.
La Roma della ripresa è inizialmente meno attenta e solida. Vucinic di testa si pappa un gol su corner di Totti: respinge Biava. Floccari, sempre di testa, indirizza fuori su pennellata da destra di Hernanes. Ma Montella ha già riequilibrato la squadra: fuori Menez, spento e irritante, dentro Taddei. Pizarro conquista una punizione al limite e la tocca a Totti: destro, sporcato da Floccari in barriera, e 1 a 0 al venticinquesimo, con Muslera infastidito da un laser e sorpreso di suo. Burdisso può raddoppiare, ancora su angolo del capitano: testa e palla a lato. Pestone di Matuzalem in faccia a Totti già a terra, ma il quarto uomo Damato e l’assistente Niccolai non avvisano Tagliavento. Reja dà il via ai suoi cambi stravaganti: Mauri e Kozak per Hernanes e Zarate, con Floccari arretrato da trequartista e presto fuori per Brocchi. Entra Simplicio per Vucinic, Perrotta va a sinistra. Totti e il brasiliano chiudono la gara sotto la Sud. Mettendo in cassaforte il pallone, facendo saltare i nervi a Radu, testata a Simplicio e rosso, e in pieno recupero, su invito in area da destra di Taddei, costringendo Biava al fallo da rigore, ancora su Simplicio. Rosso pure per Ledesma che insulta. Trionfo per Totti che spara il 2 a 0 e sventola la maglia giallorossa. E’ standing ovation, in campo Castellini, contando sino a 252 gol.

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