LA REPUBBLICA (S. FIORI) – Lo slogan è conciso, diretto: “No Bulli” dice tutto. Il consiglio regionale del Lazio l’ha scelto per la campagna di prevenzione e contrasto al bullismo, anche nella sua forma “cyber”. Un progetto — promosso dal vicepresidente del consiglio regionale, Giuseppe Cangemi, e dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Lazio, Jacopo Marzetti — che è stato sposato dalla S.S. Lazio, dall’A.S. Roma e dal Frosinone Calcio: in questo fine settimana, i ragazzi delle scuole calcio dei tre club indosseranno sulle maglie il logo della campagna. Proprio il consiglio del Lazio è stato il primo in Italia, nel 2016, ad approvare una legge sul bullismo. E sul territorio regionale sono molte le iniziative messe in campo da realtà dilettantistiche: dal Volley Group Roma, la prima società sportiva italiana “debullizzata”, è nato per esempio il progetto “Muriamo il bullismo”.
Il direttore sportivo dello Sporting San Cesareo, Stefano Roma, ha invece dato vita un anno e mezzo fa a “Diamo un calcio al bullismo”: «Il 1° giugno — ci racconta — organizzeremo un evento in cui distribuiremo uno striscione con il nostro slogan a tutte le società aderenti. Ci saranno anche il bomber dell’Empoli, Francesco Caputo, e il campione del mondo 2006, Marco Amelia». I testimonial di “No Bulli” sono invece Ciro Immobile, Alessandro Florenzi e Daniel Ciofani, insieme alle calciatrici Melissa Adiutori, Martina Santoro e Flaminia Simonetti. «Condanniamo ogni forma di violenza che si verifica soprattutto a scuola, ma anche negli spogliatoi o in altri contesti», ha dichiarato l’attaccante della Lazio. Il vicecapitano della Roma ha sottolineato l’importanza del gruppo: «Sono caduto due volte nella mia vita e nella mia carriera, ringrazio i miei compagni per essermi stati vicino». Il capitano del Frosinone ha insistito sull’educazione: «Sono convinto che cominci tutto dalla famiglia, ma che lo stesso sport possa essere fondamentale».
Al convegno ha preso parte anche il vicepresidente giallorosso, Mauro Baldissoni: «Il bullismo vuol dire prepotenza, ma in fondo è solo vigliaccheria». Insieme a lui Claudio Lotito, che è tornato sull’abbraccio con Daniele De Rossi dopo il derby del 2 marzo: «È stato un atto di sportività autentica, ha riconosciuto come la Lazio fosse stata più forte e gli ho fatto i complimenti». Toni da fair play per il presidente biancoceleste, intervenuto anche sulla lotta Champions: «Stiamo parlando di una competizione sportiva, non ci giochiamo la sopravvivenza dell’essere umano. Si tratta di un risultato — ha spiegato Lotito — che nella vita può essere importante ma non indispensabile. Spero prevalga il migliore, come dovrebbe essere nello sport».