Come Hidegkuti più di Hidegkuti segnando un’epoca

Come Hidegkuti più di Hidegkuti segnando un’epoca

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CORRIERE DELLO SPORT – A. MAGLIE – Nàndor Hidegkuti aveva trentasei anni quando si ritirò. Francesco Totti a trentasei anni sta conoscendo una nuova “giovinezza”. Era il 1958 quando il simbolo della “squadra di oro”, la nazionale ungherese che aveva rivoluzionato il football creando il Mito del Calcio Danubiano, decise che era ora di dedicarsi ad altro. Cinquantaquattro anni dopo Francesco Totti sembra rinverdire proprio quel ruolo che cambiò il calcio: il centravanti arretrato.Nàndor scombussolò le menti dei tecnici dell’epoca: una “primula rossa” inafferrabile sul terreno di gioco, che non dava punti di riferimento, segnava e faceva segnare. […]

Ma il pallone è un fiume carsico: scorre silenziosamente e al riparo da occhi indiscreti; quel che si è visto tanto tempo fa, lo si può rivedere oggi, sotto altra forma, soprattutto sotto altra identità. Resiste l’essenza e si rinnova l’efficacia di una soluzione. Totti ha reinventato il ruolo che inventò Nàndor, in un calcio che si muove a ritmi più elevati, che ha bisogno di tecnica e di fisico. […]

A volte è il caso a creare i ruoli. Hidekguti per buona parte della sua carriera aveva fatto l’interno destro poi, dopo una finale olimpica, si trasformò e trasformò il calcio ungherese. Anche Totti si è nel tempo trasformato, approdando negli ultimi anni, forse anche per necessità, al ruolo. Se lo è cucito addosso come un abito su misura. Zeman lo avrebbe voluto, come nella sua precedente e lontana esperienza alla guida della Roma, attaccante esterno, a sinistra. Ma le lancette dell’orologio non girano mai a ritroso, nemmeno nel calcio, soprattutto nel calcio dove gli anni non passano invano, gli infortuni spesso modificano le caratteristiche dei giocatori.

Lo aveva capito perfettamente Luciano Spalletti che ha in qualche maniera avviato la “trasformazione” di Totti. Il resto, nel tempo, lo ha fatto il diretto interessato, occupando pezzi di terreno di gioco sempre più ampi, semmai realizzando qualche gol in meno ma mettendo gli altri nelle condizioni di segnarne qualcuno in più. Le immagini di Hidegkuti sono antiche e sbiadite, in quel bianco e nero che per molti aspetti è il colore della memoria. Non si possono mettere a confronto giocatori così lontani.

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