Queste le parole del Console di Boston, Giuseppe Pastorelli a Centro Suono Sport: “E’ da tanto tempo che seguiamo la trattativa, anche io da romano, è un modo per rafforzare il legame tra Roma e Boston, ci sono tanti connazionali che sono arrivati tra gli anni ’50 e ’60. Anche quelli che fanno parte della cordata sono italo-americani, hanno storie di successi che vanno raccontate. Ci sarà un grande legame tra Roma e Boston. DiBenedetto? Non ho avuto occasione di conoscerlo, è una figura importante come sono le altre figure della cordata. La persona più in vista è sicuramente James Pallotta, il proprietario insieme ad altri soci dei Boston Celtics. E’ una persona che si occupa di alta finanza, è vicino alla sua italianità, in passato ha fatto gesti importanti per la sua comunità. Ruane e D’Amore non li conosco personalmente. Che cosa possono portare di innovativo gli americani? Non sono un esperto, ma l’approccio è interessante, soprattutto in termini di merchandising e di infrastrutture. Loro porteranno la loro mentalità anche a Roma. Il soccer negli Stati Uniti? A Boston c’è la Revolution, che è una squadra di calcio locale. Negli Stati Uniti il soccer è molto cresciuto, avete visto tutti i mondiali sudafricani la selezione di Bradley ha fatto un’ottima impressione. Poi ci sono come sport principali anche il baseball e il football americano. Anche in America lo sport è una parte importante della vita degli americani. Alla passione del tifoso romano, si abitueranno anche gli americani. La mentalità americana è molto pragmatica, le due mentalità si possono sposare. Anche il presidente Obama, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ha fatto dei proclami in cui si riconosce il contributo degli italiani agli Stati Uniti. Gli americani in Italia vogliono promuovere il business, il merchandising. Questa operazione aiuterà molto a fare questa opera di legame tra Roma e Boston. Che opinione ho dell’imprenditoria italiana? Qui a Boston ci sono italiani che insegnano dagli anni ’70, ci sono imprese italiane che si sono localizzate in queste aree. Non solo nell’agroalimentare e moda, ma anche in molti altri settori. I ragazzi vanno all’Università e studiano. Riusciremo a raccontare ancora tutto questo grazie a questo legame. Io tifoso della Roma? Io sono romano”.