LA GAZZETTA DELLO SPORT – A. CATAPANO – La sintesi brutale della partita romanista dice che Totti ha tarpato le ali a Luis Enrique e Stekelenburg gli ha salvato la panchina. Se il capitano avesse trasformato il rigore, e se nel finale non avesse sprecato un travolgente coast to coast di Lamela, il rilancio sarebbe stato completo. Peccato, all’intervallo il capitano diceva: “Stiamo tenendo testa con personalità a una delle grandi d’Europa”. Se, invece, il portierone olandese non si fosse opposto a Quagliarella negli ultimi istanti del match, chissà quali brutti pensieri avrebbero attraversato l’allenatore asturiano.
VA BENE COSI’ — Dall’altra parte, l’analisi della partita della Juventus, ancora imbattuta dopo 14 gare (unica dei grandi campionati europei) e di nuovo capolista, sta tutta nelle parole di Giorgio Chiellini, autore del pari bianconero dopo il vantaggio iniziale di De Rossi. “Visto come si era messa all’inizio, è un punto importante – racconta il terzino della Juventus – che dimostra ancora una volta la nostra capacità di reazione. Purtroppo abbiamo commesso troppi errori, però ci abbiamo provato fino al 96’, non è stata una frenata. Anche perché grazie a questo punto comunque torniamo in testa alla classifica. Non è stata una partita facile – aggiunge Chiellini -, sfido chiunque a dire che la Roma non avesse in campo una formazione all’altezza”. Altrettanto sereno il commento di Antonio Conte. “Peccato solo per quell’infortunio iniziale che ci ha complicato le cose, si sa chi e dove ha sbagliato. Però abbiamo disputato un buon primo tempo, con ritmo, intensità e giocate importanti. La parte centrale della ripresa, invece, non mi è piaciuta, ci siamo fatti prendere dal caos, dovevamo restare più freddi. Dovevamo finalizzare di più, ovvio. In generale, continuo a pensare che stiamo facendo delle cose importanti. Se tutti pensano che dobbiamo vincere sempre, vuol dire che di noi hanno una grande considerazione. Stiamo andando a tremila giri, speriamo di non grippare il motore…”.
MINI RILANCIO — Luis Enrique ha accarezzato il sogno di battere la Juventus e svoltare la stagione, ma ci si è messo Totti. L’asturiano se la cava con una battuta: “Io sentivo chiaramente che avrebbe segnato, ma poteva andarci anche peggio: magari prendeva il palo e innescava il contropiede della Juventus…”. Sulla gara: “Mi sono divertito per cinque minuti, poi ho visto una grandissima Juventus. Volevamo tenere il pallone, come sempre, ma gli avversari non ce l’hanno concesso, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa la gara è stata più equilibrata e infatti abbiamo avuto qualche occasione da rete – racconta lo spagnolo -. Il nostro atteggiamento è stato positivo, simile a quello messo in campo a Firenze. Anche lì avevamo giocato da squadra, solo il risultato è diverso. La mia panchina? I miei predecessori si sono dimessi, qualcosa vorrà dire… Io stasera ho visto un tifo fedele e sento la fiducia della squadra e della società. Continuerò a lavorare finché non mi accorgerò di essere diventato un problema per la società”. Un commento al gesto di Osvaldo, uscito arrabbiato tanto da mandare a quel paese il motivatore Llorente (nuova multa in arrivo?). “Normale che fosse arrabbiato, è un ragazzo di temperamento”. Un po’ troppo, forse.
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