IL TEMPO (M. DE SANTIS) – Venghino signore e signori presidenti di Serie A, venghino: oggi, a Milano, c’è l’assemblea di Lega e, come già accaduto nelle precedenti sedute del 16 e del 20 maggio, se ne prevedono delle belle. All’ordine del giorno, a via Rosellini, tantissime grane, vecchie e nuove, ancora irrisolte e che stavolta si spera, almeno in parte, possano trovare un abbozzo di soluzione. Impresa ardua: le previsioni per la riunione di oggi nella Confindustria pallonara sono tendenti al nuvoloso con un forte tasso di litigiosità nell’aria. I motivi, o pretesti, per litigare un’altra volta ci sono tutti: l’ennesimo round con annessi e connessi della battaglia da 200 milioni di euro (più o meno il 25% dei ricavi dalla vendita collettiva per la stagione 2010/2011) tra Milan, Inter, Juve, Napoli e per il momento Roma contro tutto il resto del reame per i parametri di individuazione dei bacini d’utenza con relative conseguenze (e cambiamenti) nella spartizione dei proventi dai diritti tv, le linee guida per la commercializzazione in forma centralizzata dei diritti tv per i campionati dal 2012, il contratto collettivo con l’Aic e la proposta di concordato formulata da Dahlia. E, tanto per non farsi mancare nulla, si potrebbero anche affrontare parzialmente i discorsi sull’elezione del nuovo presidente di Lega, argomento che prima o poi dovrà essere trattato, e sul tanto sventolato a parole, ma ignorato nei fatti, embargo sul mercato tra i cinque club che la pensano in un modo sui bacini d’utenza e i quindici dell’opposta fazione. Di sicuro, invece, si parlerà e si deciderà dove, come e quando Milan e Inter giocheranno la Supercoppa. La risposta, a meno di ripensamenti delle ultime ore, è semplice: a Milano, a San Siro, la sera del 21 agosto, una settimana prima l’inizio del campionato. Con tanti saluti alla Cina, a Pechino, al 6 agosto e ai 3 milioni garantiti dall’organizzazione cinese. Contrattualmente, non ci sarebbe nessun problema: l’accordo tra Lega e Cina è per tre edizioni dal 2010 al 2014. Ma a livello di immagine e di marketing, volenti o nolenti, si tratterebbe comunque di un mezzo autogol. A proposito di situazioni singolari, oggi le luci dei riflettori di via Rosellini saranno puntate su cosa farà la Roma. Rosella Sensi, nonostante le pressioni americane per cambiare registro sulla questione diritti tv o per non rappresentare più la Roma in Lega, dovrebbe essere, salvo cambi di programma, regolarmente al suo posto e continuare per la strada imboccata fin dal primo momento. Una strada che non piace agli americani, ma che l’ormai vecchia proprietà sostiente di aver sempre seguito di comune accordo con UniCredit.