La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese/M.Cecchini) – Il momento è delicato. La Roma in tutte le sue componenti – dirigenza, staff tecnico e giocatori – ne è perfettamente consapevole, ma per sicurezza i tifosi più arrabbiati ieri si sono fatti sentire, attaccando un esplicito striscione in Viale dei Romanisti: «Giocatori indegni, presidente spia. Ora basta, andate via». Solo ruvido folklore, certo, ma che si innesta bene con un dato statistico preoccupante: se la squadra giallorossa domani non dovesse vincere a Verona (per giunta orfano di Kean e Cerci) sarebbe la più lunga striscia di campionato senza vittorie dell’era statunitense, ovvero 7 incontri senza i 3 punti. Cosa che in realtà si sarebbe già materializzata se considerassimo anche la sconfitta di Coppa Italia contro il Torino.
PROVE DI 4-2-3-1 – Per questo giunge a proposito il ritorno a disposizione della vecchia guardia al gran completo, visto che a dirigere la manovra a centrocampo ci potrebbe essere Daniele De Rossi. Il capitano non è ancora al meglio, per via del problema al polpaccio che lo ha reso out nelle ultime 4. Al Bentegodi quindi sarà tra i convocati, però sul suo impiego deciderà Di Francesco anche in base alla rifinitura. Ieri, comunque, il tecnico ha provato il 4-2-3-1, con Nainggolan alto, risparmiando De Rossi. In sua assenza, la regia ha quasi sempre latitato. Gonalons contro l’Atalanta ha deluso, mentre l’adattato Strootman era piaciuto contro l’Inter e non ha convinto nella doppia sfida contro la Samp. Per questo domani – se De Rossi darà garanzie – l’olandese dovrebbe tornare a fare la mezzala, dovendosi però guardare dalla concorrenza di Pellegrini.